PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA E PROGETTO EDUCATIVO D’ISTITUTO

2016-2019

PREMESSA

1. INTRODUZIONE

Il movimento Waldorf: la sua storia, la sua diffusione

Il movimento Steiner-Waldorf in Italia

Il movimento Steiner-Waldorf nella regione Friuli Venezia Giulia

2. LA NOSTRA REALTA’

3. CENNI SULLA PEDAGOGIA STEINER-WALDORF

Osservazioni generali

Il bambino del II settennio e la scuola primaria

4. ORIENTAMENTO DIDATTICO-ORGANIZZATIVO DELLA SCUOLA

Finalità educative

Caratteristiche didattiche generali

La maturità scolare

Una scuola laica

Ambiente scolastico e materiali didattici

Inclusione scolastica

La valutazione

Autovalutazione di istituto e piano di miglioramento

La formazione degli insegnanti

Aggiornamento e apprendimento permanente degli insegnanti e del personale amministrativo

La struttura socio-organizzativa della Scuola

5. OFFERTA FORMATIVA

Le aree disciplinari

Area linguistica

Area scientifico-matematica

Area socio-umanistica

Area artistico-espressiva

Area delle attività manuali-artigianali

6. PIANO DI STUDI

PRIMA CLASSE: La fase di passaggio fra scuola d’infanzia e scuola primaria

Lingua italiana

Lingue straniere (sloveno – inglese)

Storia

Geografia

Matematica e Scienze

Arte e immagine

Lavoro manuale

Musica

Euritmia

Attività motorie e sportive

SECONDA CLASSE

Lingua italiana

Lingue straniere (inglese e sloveno)

Storia 40

Geografia 40

Matematica e scienze 40

Arte e immagine 41

Lavoro manuale 41

Musica 41

Euritmia 41

Attività motorie e sportive 41

Lingua italiana 42

Lingue straniere (inglese/sloveno) 42

Storia 43

Geografia 43

Matematica 43

Scienze 44

Arte e immagine 44

Lavoro manuale 44

Musica 44

Euritmia 45

Attività motorie e sportive 45

QUARTA CLASSE 45

Lingua italiana 45

Lingue straniere (inglese e tedesco) 46

Storia 46

Geografia 46

Matematica 47

Scienze 47

Arte e Immagine 47

Lavoro manuale 48

Musica 48

Euritmia 48

Attività motorie e sportive 49

QUINTA CLASSE 49

Lingua italiana 49

Lingue straniere (inglese e tedesco) 50

Storia 50

Geografia 50

Matematica 51

Scienze 51

Arte e immagine 51

Lavoro manuale 52

Musica 52

Euritmia 53

Attività motorie e sportive 53

7. LABORATORI E PROGETTI SPECIALI 53

8. ORARIO DI FUNZIONAMENTO 55

9. Attività extracurriculari facoltative 55

10. Attività educative e ricreative durante la sospensione delle attività didattiche 55

11. REGOLAMENTO INTERNO

PREMESSA

La pedagogia di Rudolf Steiner si prefigge la realizzazione di un sistema scolastico a misura d’uomo, in grado di influire in modo benefico sia sui ragazzi che sulla società.

Rudolf Steiner ci indica come contribuire alla formazione di un sistema educativo utile all’evoluzione dell’umanità:

“Non chiediamoci che cosa ha bisogno di sapere o di conoscere un uomo nell’ordinamento sociale esistente, bensì: che cosa esiste nell’uomo come predisposizione possibile di sviluppo?

Solo così sarà possibile conferire all’ordinamento sociale l’apporto di forze sempre nuove, provenienti dalle generazioni in crescita. E in questo ordinamento vivrà allora l’apporto di uomini completi che entrano a farne parte; non si deve fare invece della generazione in crescita quello che l’ordine sociale esistente pretende di farne”.

Questa pedagogia, proiettata nel futuro, vuole rivolgersi alla personalità intera dell’allievo per svilupparne armoniosamente tutte le facoltà umane di pensiero, sentimento e azione. Così il giovane, concluso il ciclo di studi completo, ovvero arrivato fino alla maturità, avrà acquisito la capacità di formarsi rappresentazioni chiare e giudizi indipendenti, avrà sviluppato un’interiorità sensibile ai grandi ideali, come il senso di giustizia e di responsabilità, la fratellanza e la tolleranza, sarà in grado di decidere autonomamente e, facendo appello alle proprie potenzialità creative, di far confluire i propri impulsi individuali nell’organismo sociale.

Il metodo pedagogico steineriano si fonda su una conoscenza sempre più approfondita dell’essere umano in divenire, offrendo un apprendimento via via conforme alle sue varie fasi di sviluppo.

Il piano di studi accompagna le fasi evolutive, proponendo l’introduzione delle diverse discipline in corrispondenza delle tappe di sviluppo. L’apprendimento si dedica in uguale misura al percorso conoscitivo, alla sperimentazione e all’esperienza creativa. Vengono stimolate e coltivate le attitudini artistiche, musicali e pratiche attraverso laboratori di disegno, pittura e modellaggio della creta, di falegnameria, di musica e di teatro, attraverso il lavoro a maglia e col telaio, nonché il giardinaggio.

Inoltre si tiene conto di tutte le variabili che concorrono a realizzare l’evento pedagogico, delle caratteristiche dei singoli alunni e delle classi, dell’individualità e delle competenze dei singoli insegnanti, del particolare momento storico, della situazione socio-culturale in cui la scuola opera.

La normativa recente, relativa all’autonomia scolastica, ci permette ora di presentare il nostro progetto pedagogico, apportando così, alla realtà scolastica italiana, il contributo di un’esperienza che ha avuto in Europa e nel mondo un grande sviluppo in questi ultimi decenni.

INTRODUZIONE

Il movimento Waldorf: la sua storia, la sua diffusione

Il movimento pedagogico steineriano ha avuto inizio con la fondazione della prima scuola Waldorf, avvenuta a Stoccarda nel 1919 per iniziativa dell’industriale Emil Molt, proprietario della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria.

Era da poco finita la prima guerra mondiale e stava iniziando un’epoca nuova, in cui emergevano molti problemi destabilizzanti per gli assetti socio-culturali ed economico-finanziari delle nazioni europee. Questi problemi richiedevano interventi tempestivi per proporre soluzioni adeguate in modo da evitare il collasso dei sistemi esistenti e l’instaurarsi di pericolosi movimenti destabilizzanti delle popolazioni. L’educazione fu una delle aree in cui venne sentita più fortemente la necessità di rinnovamento.

Il signor Molt, desideroso di realizzare una scuola di tipo nuovo per i figli dei suoi dipendenti, si rivolse a Rudolf Steiner 1, il quale aveva già in precedenza affrontato i temi dell’educazione: egli accettò l’incarico ed organizzò l’intera scuola, cominciando con un triplo ciclo di conferenze volto a spiegare la sua pedagogia ed a preparare gli insegnanti da lui personalmente scelti.

Da questa prima scuola Waldorf partì il movimento per il rinnovamento pedagogico noto sotto questo nome, ora diffuso in tutto il mondo: esso divenne il propulsore per la fondazione di numerose altre scuole in Germania, Svizzera, Olanda, Austria, Inghilterra, nei Paesi Scandinavi, negli Stati Uniti d’America, in Argentina, Brasile, Sudafrica.

La maggior parte di tali scuole sorse dopo la morte di Rudolf Steiner, avvenuta nel 1925. Dal 1933 in poi le scuole Waldorf tedesche furono esposte agli attacchi dello stato nazionalsocialista che vedeva in esse una limitazione al proprio dispotismo totalitario. Una dopo l’altra esse furono costrette a chiudere; il movimento allora crebbe al di fuori dei confini tedeschi, talvolta con la collaborazione attiva di insegnanti emigrati dalla Germania. Durante la seconda guerra mondiale anche le scuole Waldorf in Olanda e in Norvegia subirono la stessa sorte.

Gli anni dell’immediato dopoguerra mostrarono che, nonostante le persecuzioni subite, il movimento pedagogico era rimasto ben vivo. Esso riprese a diffondersi assai più velocemente di prima, tanto che nel 1974 erano attive più di cento scuole Waldorf soprattutto nel nord Europa (Germania, Olanda, Svizzera, Inghilterra, Svezia, Norvegia, ecc.). Dopo il crollo del muro di Berlino e del blocco comunista molte nuove scuole sono sorte anche nell’Europa dell’Est e nelle zone asiatiche dell’ex-URSS.

Negli ultimi dieci/quindici anni si è assistito ad una rapida espansione di realtà scolastiche che adottano la pedagogia Steiner-Waldorf in tutti i continenti e tutte le culture del mondo. A differenza di altre iniziative educative a livello globale che cercano di esportare modelli culturali occidentali, questa pedagogia si dimostra davvero universale, capace di essere rielaborata e applicata con successo nel rispetto di qualsiasi contesto sociale e religioso.

Esistono iniziative Waldorf nei posti più disagiati della terra: nelle favelas delle grandi città sudamericane e nelle townships del Sudafrica, in terre dilaniate da guerre civili o interetniche come Sierra Leone, Uganda, Israele, Libano, in aree destabilizzate da disordini politici come Colombia e Cecenia. Sempre più numerose sono le scuole Steiner-Waldorf in paesi di religioni e impostazioni politiche diverse: Egitto, India, Cina, Nepal, Thailandia, Corea, per menzionarne alcuni.

Oggi le scuole dell’infanzia Steiner-Waldorf nel mondo sono milleseicento e le scuole più di mille, con una popolazione scolastica che supera il milione di allievi. Questo rapido aumento, del 500% in un ventennio, è sorprendente, se si pensa agli ostacoli di ogni genere che occorre superare per realizzare scuole di questo tipo ed alle difficoltà che il personale insegnante incontra per potersi qualificare in una metodologia del tutto particolare.

Per sostenere la diffusione della pedagogia Steiner-Waldorf e la fondazione di tante nuove realtà scolastiche e per tutelarne l’identità, sono sorti vari organismi internazionali, tra cui “Die Freunde der Erziehungskunst” (Gli amici dell’arte dell’educazione). Questa Fondazione, con sede a Berlino, si interessa direttamente delle iniziative in tutto il mondo e da anni organizza scambi culturali e progetti di volontariato. Negli ultimi anni, in collaborazione con l’UNESCO, ha creato un’equipe medico-pedagogica di pronto intervento nelle zone di emergenza bellica per il recupero psico-fisico dei bambini esposti alle sofferenze della guerra. Di recente il governo tedesco ha avviato un imponente progetto di servizio civile, volontariato e scambio internazionale per i giovani; per la realizzazione di questo progetto si è appoggiato all’esperienza e alla comprovata capacità organizzativa della fondazione “Die Freunde der Erziehungskunst”.

A livello europeo opera un organismo di coordinamento tra le federazioni nazionali delle scuole Steiner-Waldorf: lo European Council for Steiner-Waldorf Education. Attualmente rappresenta le scuole Steiner- Waldorf di 22 paesi del continente. Ha sede in Inghilterra e un ufficio a Bruxelles, le cui attività comprendono la presenza attiva in diversi gruppi di lavoro e piattaforme di consulenza per la Commissione Europea. Inoltre, lo ECSWE è chiamato a dare il suo apporto a conferenze, convegni e commissioni di ricerca pedagogica internazionali, istituiti dall’UE, dall’UNESCO e altri enti riconosciuti a livello mondiale. Lo ECSWE si adopera presso i governi nazionali e le istituzioni locali affinché vengano rese più attuali le politiche educative, in modo che si realizzi la direttiva europea per il pluralismo dell’offerta formativa in Europa, facilitando il pieno riconoscimento dei diversi indirizzi pedagogici.

L’ECSWE ha una commissione itinerante permanente che raccoglie, attraverso gli organi delle Federazioni nazionali, gli impulsi ed i cambiamenti che si manifestano in campo educativo nelle varie nazioni, sotto forma di nuove difficoltà o nuovi talenti. Viene così a crearsi un crogiolo di ricerca che ha salutari ricadute nelle singole comunità pedagogiche nazionali.

Il movimento Steiner-Waldorf in Italia

In Italia la prima scuola Waldorf fu fondata a Milano alla fine degli anni ’40. Oggi consta di una scuola dell’infanzia, una scuola del primo ciclo e due indirizzi di scuola superiore: un Liceo Scientifico Sperimentale e un Istituto d’Arte.

Negli anni ’70 nacquero altre due scuole, a Roma e a Mestre (oggi ad Oriago di Mira, VE). Un impulso successivo, all’inizio degli anni ’90, portò alla fondazione di diverse scuole sul territorio nazionale: Como, Cittadella (PD), Torino, Sagrado (GO), Trento, Palermo, Gorizia, Manduria (TA), Merano (BZ), Bologna, Padova, una seconda scuola a Milano, Conegliano (TV).

Attualmente, sono attive in Italia circa 65 scuole dell’infanzia, di cui 4 dedicate a bambini con meno di tre anni, 30 scuole del primo ciclo e 3 scuole superiori. Gli alunni sono circa 4000 e gli insegnanti intorno ai 500.

Per completare il quadro dell’offerta formativa, sono 8 i corsi biennali e triennali per la formazione degli insegnanti, di cui tre accreditati presso il Ministero della Pubblica Istruzione come soggetti che offrono formazione per il personale della scuola.

Nel 1992 fu fondata la Federazione delle Scuole Steiner-Waldorf in Italia, con il compito di coordinare il movimento delle scuole, di tutelarne l’identità, di sostenere la diffusione della pedagogia Steiner-Waldorf e di fungere da interlocutore diretto delle istituzioni nazionali.

Il movimento Steiner-Waldorf nella regione Friuli Venezia Giulia

Scuole dell’infanzia

Due scuole dell’infanzia operano nella provincia di Gorizia, il Giardino dell’Infanzia “Giallo Oro” a Borgnano di Cormons e la scuola dell’infanzia ‘Silvana Corazza’ Sagrado. Nella provincia di Udine l’associazione “Parsifal” ha fondato un giardino d’Infanzia nel settembre 2013.

Scuole

In regione le scuole a indirizzo pedagogico Steiner-Waldorf per il ciclo dell’obbligo si trovano a Borgnano di Cormons e a Sagrado.

Corso di formazione insegnanti

L’Associazione e Scuola Waldorf Steineriana “Silvana Corazza” conduce un corso specifico per la formazione di insegnanti Waldorf, presso la sede di Sagrado.

LA NOSTRA REALTA’

La nostra realtà nasce a Gorizia nel 1998, come associazione “Giallo Oro”, quando alcuni genitori ed educatori decidono di dare vita ad un piccolo gruppo di gioco, affidando sei bambini in età prescolare ad una maestra. Con questa prima espressione concreta la volontà del gruppo di genitori diede l’avvio ad una iniziativa che è cresciuta nel tempo ed ha maturato la necessità di trovare una sede adatta allo svolgimento delle attività. Nel 2002 il Comune di Cormòns mette a disposizione dell’Associazione la sede dismessa l’anno precedente della scuola “A. Manzoni”, sita nella frazione di Borgnano. Da allora genitori ed educatori hanno operato con l’impegno di migliorare l’adeguamento organizzativo, nella ricerca di una sempre maggiore qualità, anche attraverso il continuo aggiornamento degli insegnanti, il miglioramento della struttura e non ultimo il pieno coinvolgimento dei genitori.

Nel 2010 viene istituita la Società Cooperativa Sociale ONLUS “Educare Waldorf FVG” e la nostra struttura attualmente ospita, oltre ai bambini della scuola dell’infanzia paritaria, bambini in età scolare che usufruiscono sia della scuola primaria paritaria (classi prima, seconda, terza, quarta e quinta) sia dell’educazione parentale (dalla classe sesta alla classe ottava).

Provenienza alunni e territorio

La nostra posizione territoriale permette il confluire di alunni provenienti dalle province di Udine, Trieste e Gorizia, oltre che dalla vicina Slovenia. In riferimento al dato relativo agli allievi della scuola va segnalato che la maggior parte degli iscritti proviene dagli asili Waldorf, il che dimostra la preferenza accordata dalle famiglie a questo percorso pedagogico.

Numerose sono anche le iscrizioni lungo l’iter scolastico di alunni provenienti da altre scuole del territorio.

Corresponsabilità sociale dei genitori

Le scuole Steiner-Waldorf vengono fondate e sostenute dall’iniziativa dei genitori che sono, pertanto, corresponsabili con gli insegnanti, pur nella specificità dei ruoli, dell’intero organismo scolastico e sociale.

Affidando liberamente i loro figli alla scuola, creano le premesse e la garanzia perché essa possa continuare ad esistere. La loro collaborazione non si esaurisce nel sostegno economico, ma la ricchezza di forze di fantasia, di creatività, di capacità di iniziativa, di esperienze e di conoscenze professionali di ognuno, trova la possibilità di essere volontariamente messa a disposizione dell’intera comunità scolastica.

Ciò non avviene unicamente con la partecipazione agli organi rappresentativi, ma anche in tutte le attività dirette al finanziamento, organizzazione e alla promozione sociale della scuola. I genitori vivono così esperienze di attività comune, di arricchimento sociale, di appartenenza, di incontro con la collettività.

Inoltre, dal punto di vista pedagogico, un’educazione che mette il bambino/ragazzo al centro, non può prescindere da un rapporto di profonda collaborazione e fiducia fra insegnanti e genitori. In questo senso il progetto educativo proposto dalla scuola e accettato dai genitori, diventa la base comune per un agire responsabile, in un ideale anelito verso un percorso di continuità scuola-famiglia.

Scuola e territorio

Si sottolinea che non esiste un modello di scuola Steiner-Waldorf che si possa applicare tout-court in ogni luogo, anzi, caratteristica peculiare è proprio la capacità di calare l’elemento didattico-pedagogico nella specifica realtà sociale, economica, culturale di riferimento. Solo in questo modo si è resa possibile l’apertura di scuole in tutte le parti del mondo indipendentemente dalla religione, dall’etnia, dalla cultura e tutto ciò che caratterizza un dato territorio.

Aperta alla comunità

Malgrado l’ampio bacino di utenza, la scuola ha perseguito nel tempo l’obiettivo di radicarsi nel territorio dove è situata allacciando relazioni istituzionali e culturali a vari livelli.

Relazioni nazionali e internazionali.

La Cooperativa Educare Waldorf è membro della Federazione delle Scuole Steiner-Waldorf in Italia, a sua volta socia dello European Council for Steiner Waldorf Education (ECSWE). I rappresentanti della nostra scuola partecipano al convegno mondiale degli insegnanti Waldorf che si tiene con scadenza quadriennale a Dornach, in Svizzera e al convegno annuale nazionale.

  1. CENNI SULLA PEDAGOGIA STEINER-WALDORF

Osservazioni generali

La pedagogia Steiner-Waldorf si fonda su un’attenta osservazione delle tappe evolutive del bambino e su una approfondita conoscenza dell’uomo. In particolare, le importanti corrispondenze tra crescita fisica e sviluppo psicologico sono fondamentali per l’individuazione di percorsi educativi e di Obiettivi di Apprendimento sviluppati in base a precise esigenze che i bambini manifestano nelle diverse fasi del loro percorso evolutivo.

Le linee generali di questa conoscenza antropologica sono state delineate da Rudolf Steiner all’inizio del 20° secolo e hanno costituito la base per l’elaborazione di un percorso educativo di avanguardia, capace di rinnovarsi costantemente in risposta alle molteplici realtà socio-culturali in cui questa pedagogia si trova ad operare ed alle domande evolutive dettate dallo spirito del tempo.

Lo sviluppo armonico del bambino come centro di ogni attività didattica non può che essere conseguito tenendo conto dell’integrità della persona nei suoi aspetti corporei, emozionali e intellettivi. Questi ambiti si esprimono rispettivamente nelle funzioni relative alle sfere motoria, affettiva e cognitiva; le attività proposte vengono quindi indirizzate alle tre diverse facoltà di apprendimento in modo ritmico ed equilibrato. L’insegnante ha il compito di aiutare il bambino e poi il ragazzo nell’armonioso sviluppo di tutti i suoi elementi costitutivi, di favorirne la crescita e di aiutarlo ad affrontare e superare le difficoltà e gli ostacoli che via via gli si presentano.

Per rendere concreto ciò che questa pedagogia può suggerire, accenniamo, per esempio, al fatto che il bambino in età prescolare è un essere che assorbe tutto ciò che proviene dall’ambiente e dalle persone che lo circondano e che in quanto tale non è ancora in grado di discriminare e di difendersi: sensazioni, stimoli di varia natura, parole, penetrano nella sua interiorità. Tutto ciò lo influenza profondamente e lo plasma fin nel suo intimo.

In questa età spiegazioni verbali sono generalmente inutili: ciò che educa e forma veramente il bambino è il modo con cui l’adulto che gli sta vicino pensa, sente, parla ed agisce. Sia il gesto esteriore che l’atteggiamento interiore delle persone che lo circondano raggiungono il bambino e lasciano una profonda traccia nel suo linguaggio, nei suoi sentimenti, nel suo modo di pensare e di agire. Le conseguenze di ciò che viene assorbito si faranno sentire fino alla più tarda vecchiaia. La parola chiave di questo settennio è “imitazione” perciò i bambini dovrebbero essere circondati da adulti che si comportano in modo degno di essere imitato.

All’età di 6 – 7 anni, durante il II settennio di vita del bambino, si verifica un grande mutamento interiore: forze di sviluppo, che nel periodo precedente erano state quasi esclusivamente impiegate per la formazione della corporeità, si rendono ora in parte disponibili anche per le attività intellettuali dell’imparare e del ricordare.

Allo scolaro tra i sette ed i quattordici anni il mondo e le conoscenze dovrebbero venire avvicinate prevalentemente attraverso il sentimento e la volontà: da qui la grande importanza che nelle scuole Steiner-Waldorf viene attribuita alle attività artistiche e manuali. Così facendo, vengono sviluppate nel tempo forze e capacità in lui ancora allo stato germinale. In tal modo si previene il rischio di un precoce indurimento del giovane in età successiva, di un’anticipata cessazione della creatività, di una diminuzione delle forze complessive, che un apprendimento legato prevalentemente allo strumento del pensiero intellettuale potrebbe causare.

Con la pubertà si ha un ulteriore importante cambiamento nell’essere umano. Le capacità del pensiero logico, del ragionamento astratto e del giudizio individualizzato si manifestano ora sempre più prepotentemente e possono diventare il principale mezzo per il proseguimento dell’educazione. I ragazzi e le ragazze incominciano a porsi delle domande sul loro inserimento nel mondo e vogliono conoscere la vita sulla Terra anche nei suoi aspetti più pratici e concreti.

Il rapporto tra alunno e insegnante, improntato sul senso di una naturale autorevolezza, si trasforma: l’insegnante di classe, principale riferimento nel primo ciclo, assume gradualmente una posizione meno preminente: il numero dei docenti si accresce e l’alunno inizia a coltivare rapporti con più persone. Si vuole avvicinare ai giovani il contenuto oggettivo del mondo, guardato nella sua rigorosa obiettività, senza per questo tralasciare di sviluppare le qualità della fantasia e dell’entusiasmo per l’elemento ideale.

La collaborazione fra genitori e docenti è il motore per la trasformazione delle indicazioni di base in Piani di Studio Personalizzati che consentano di sviluppare al massimo le potenzialità intellettuali e morali di ogni individuo e in Traguardi per lo sviluppo delle Competenze aderenti al tessuto socio-culturale in cui la scuola opera.

A tal fine la pedagogia Steiner-Waldorf, puntando sullo sviluppo dell’autonomia personale e del senso di responsabilità e cercando sempre la sintesi delle singole acquisizioni in reali “competenze”, si configura in linea con le più moderne concezioni educative.

Il bambino del II settennio e la scuola primaria

Quando il bambino entra nell’età scolare, la capacità pensante inizia ad emanciparsi dalla vita puramente biologica. Il legame immediato ed imitativo del bambino col mondo gradualmente recede e lascia spazio a una nuova forma di rapporto con la realtà sempre più cosciente.

Dall’inizio del percorso scolastico fino alle soglie della pubertà, l’essere umano guarda la realtà con gli occhi dell’artista: egli non classifica o giustappone con pedanteria gli elementi, ma osserva il mondo come fosse un unitario organismo vivente.

Per questi motivi la pedagogia Steiner-Waldorf nella scuola primaria procede contessendo d’arte le varie discipline: arte intesa non come una semplice aggiunta di attività musicali, recitative, pittoriche, di modellaggio, di scultura, di euritmia – che pure ci sono – ma soprattutto insita nel modo stesso dell’insegnante di presentare le varie discipline.

Lavorare per immagini, rintracciare i fili che collegano le cose tra di loro e all’uomo stesso significa ritrovare ciò che le cose e gli esseri sono ed esprimono prima di venire catalogati, definiti, analizzati. Come la lingua madre si impara ben prima di studiare la grammatica, che pure ne costituisce lo scheletro, così tutte le discipline vengono proposte in modo creativo e ricco di immagini per giungere in un secondo tempo alla sistematizzazione scientifica.

Pur perseguendo gli obiettivi di apprendimento evidenziati nelle Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (settembre 2012), il raggiungimento degli stessi ha una scansione temporale a volte leggermente modificata, in base all’impianto pedagogico e alle tappe evolutive del bambino.

La pedagogia Steiner-Waldorf quindi tiene in considerazione la particolare qualità del pensare acquisita dall’alunno in ogni fase di crescita, affinché si instauri un colloquio fecondo per l’apprendimento fra insegnante e allievo.

Per tutto il percorso formativo i rapporti umani, sia con gli insegnanti che con i compagni, sono improntati allo sviluppo di un’armonica vita sociale che comprende anche la disposizione ad accogliere ed integrare bambini provenienti da culture diverse, consci che l’opportunità offerta dall’interazione arricchisce il bagaglio culturale di tutti.

Essendo già l’essere umano, in questa fase evolutiva, un vero ecologista e anche un essere volto alla socialità e alla tolleranza, nella nostra scuola vengono potenziate tali naturali disposizioni per la formazione di una solida base atta allo sviluppo dell’educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva.

  1. ORIENTAMENTO DIDATTICO-ORGANIZZATIVO DELLA SCUOLA

Finalità educative

La scuola Steiner-Waldorf, in linea con le nuove Indicazioni nazionali per il curricolo, pone, al centro della propria azione educativa “lo studente, in tutti i suoi aspetti: cognitivi affettivi, relazionale, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qua e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato” (Indicazioni Nazionali per il Curricolo, dicembre 2012).

Di fatto, la motivazione essenziale che sta a fondamento delle scuole Steiner-Waldorf è quella di poter garantire alla generazione in crescita un percorso formativo che permetta loro di sviluppare un pensiero libero e una volontà forte, per valorizzare le qualità e i talenti nel modo più poliedrico possibile, sostenere eventuali impedimenti e costruire un dialogo aperto con la cultura del tempo, onde raggiungere un inserimento produttivo del singolo nella società.

La disposizione che ha un individuo di attingere dalle proprie sorgenti interiori dipende in larghissima parte dalle cure che gli sono state prodigate in gioventù da parte di educatori ed insegnanti. Compito fondamentale del nostro progetto pedagogico è dunque quello di coltivare le qualità individuali, rendendole feconde per la vita sociale.

In particolare la pedagogia Steiner-Waldorf si propone le seguenti finalità:

Caratteristiche didattiche generali

Le caratteristiche didattiche che contraddistinguono la scuola Rudolf Steiner sono:

  1. Il maestro di classe: un riferimento costante.

Questa figura di riferimento primario per gli alunni della classe può realmente assistere alle varie fasi della crescita dell’alunno per un lungo arco di tempo, imparare a conoscerlo approfonditamente nel suo contesto biografico e rappresentare per lui e la famiglia una guida autorevole. Suo compito è inoltre quello di confrontarsi con gli altri docenti del Collegio Insegnanti e coordinare insieme ad essi le attività didattico-educative da intraprendere per l’attuazione del Piano di Studi (curricolo).

  1. Insegnamento ad epoche

Fin dalla prima classe della scuola primaria, le discipline principali non si susseguono giornalmente secondo un orario spezzettato, ma vengono proposte dall’insegnante una per volta nella prima parte della mattinata per un tempo continuativo chiamato “epoca” che va dalle 3 alle 4 settimane (epoca di storia, di geografia, di matematica, di letteratura, ecc.). Evitando la frammentazione si favorisce lo sviluppo della capacità di concentrazione, la comprensione, l’acquisizione e la padronanza da parte del bambino dei contenuti proposti.

Inoltre nell’ambito di ciascuna epoca e lezione, ogni disciplina è proposta in modo che siano sviluppati con cadenzata alternanza sia l’aspetto operativo-pratico, sia quello affettivo-emozionale, sia quello cognitivo.

Dopo l’insegnamento principale, nella seconda parte della giornata si alternano tutte le altre materie, comprese alcune ore di esercitazione di italiano e matematica, che vanno ad integrare l’insegnamento ad epoche.

  1. Niente libri di testo …

I sussidi tecnici e i libri di testo su cui far studiare gli allievi, per quanto ben fatti, non hanno un gran peso nell’educazione Steiner-Waldorf rispetto alla parola viva dell’insegnante che svolge la lezione cercando di suscitare nei ragazzi un genuino interesse per la materia affrontata. Il racconto vivace dell’insegnante, il dialogo continuo e la stretta interazione tra i ragazzi che vivono l’organismo classe sono la base dello svolgimento di tutti gli insegnamenti.

La lezione viene preparata dall’insegnante tendendo conto sia della situazione della classe che ha di fronte, sia del filo conduttore che nessun libro può dare ma che egli si è prefissato per tenere insieme armonicamente l’intero periodo dell’insegnamento (epoca) che vede l’ evolversi di un lavoro preparatorio, un punto culminante ed una conclusione che contenga già in sé alcuni problemi che verranno svolti in un periodo successivo.

L’insegnante trarrà il suo sapere dalla consultazione personale di molto materiale mentre dalla conoscenza dell’uomo (antropologia) deriverà la comprensione dell’importanza educativa di un dato argomento.

Libri di testo vengono senz’altro suggeriti dall’insegnante ai bambini a partire dalla II classe sia come fonte per l’esercizio e il piacere della lettura sia per l’approfondimento autonomo individuale su particolari argomenti. Inoltre vengono usati, se opportuno, anche eserciziari, dizionari, atlanti ed altro materiale di riferimento, ma sempre a supporto della presentazione principale fatta dall’insegnante.

L’insegnante stesso spesso “confeziona” “piccole antologie” di testi scritti in prosa, poesie, o raccolte di esercizi personalizzati per quella classe, talvolta per quell’alunno.

Gli allievi costruiscono, giorno per giorno, il proprio quaderno, sul quale riportano in sintesi i contenuti di ogni periodo di insegnamento o di ogni materia. I testi vengono dettati o composti direttamente dagli allievi che ne illustrano anche il contenuto.

Sarà il quaderno, curato e personalizzato, a diventare il vero libro di testo su cui studiare.

  1. La materia didattica come strumento di formazione

La pedagogia steineriana prevede che all’allievo siano proposte accanto alle materie di base, una molteplicità di opportunità didattico-educative, tali da condurre ad un equilibrato sviluppo di tutte le sue potenzialità: musica strumentale, canto, euritmia, danza, recitazione, pittura, disegno, modellaggio, lavori manuali, artigianali ed agricoli sono un esempio della ricchezza della proposta didattica.

In tal modo l’abituale diversificazione tra allievi intellettualmente dotati e meno dotati perde molta della sua importanza: ogni allievo, in qualche elemento della sua personalità, possiede delle doti ed è compito dell’insegnante, per mezzo della sua sensibilità e professionalità, scoprire e valorizzare qualità e capacità, grazie anche alla notevole varietà di discipline, evitando altresì un troppo precoce orientamento verso criteri selettivi. In questo senso l’insegnante organizza il lavoro in gruppi di coetanei, la cui pratica favorisce contemporaneamente il consolidamento delle competenze degli alunni più progrediti in certi ambiti e un lavoro inclusivo di sostegno e recupero in ciascun ambito dei più deboli. Agli alunni che evidenziano carenze in qualche materia, vengono proposte attività di recupero durante l’anno scolastico.

  1. Lezioni fuori dall’aula

Con la finalità di portare la vita nell’insegnamento, fin dalle prime classi alcune materie vengono portate ai bambini tramite esperienze dirette nella realtà esterna (per esempio visite agli artigiani per l’epoca dei mestieri in terza classe, ecc.)

  1. Tre lingue straniere: inglese, sloveno e tedesco

Sin dal primo anno della scuola primaria si inizia a far vivere i bambini lo spirito di due lingue straniere attraverso un approccio esclusivamente orale: canti, giochi, girotondi avvicinano con naturalezza e gioia i modi, le espressioni e le strutture formali che vengono assorbiti ed imitati dai piccoli con spontaneità, così come avviene per la lingua madre. Negli anni successivi vengono introdotte molto gradualmente la scrittura, la lettura e le strutture grammaticali e sintattiche in un processo che giunge alla conquista analitica dei contenuti. Per motivi legati all’ambiente culturale della nostra comunità, nei primi tre anni di scuola le lingue straniere insegnate sono l’inglese e lo sloveno, dal quarto anno scolastico lo studio della lingua slovena viene soppiantato dallo studio della lingua tedesca.

  1. Le feste come elemento pedagogico-didattico

Molta importanza viene data, nella pedagogia Steiner-Waldorf, a tutte le occasioni di incontro dell’intera comunità scolastica, di cui le feste stagionali rappresentano i momenti più importanti. Sono feste (S. Martino, Avvento, Primavera e San Giovanni) nelle quali la Scuola si apre all’intera comunità per farsi conoscere e proporre al territorio alcune delle proprie attività rivolte ai bambini e agli adulti

Inoltre, l’ultimo venerdì di ogni mese, la giornata scolastica si apre con la cosiddetta ‘Festa del mese’: le varie classi, dalla I alla V, rendono partecipi i loro compagni del lavoro svolto nelle lezioni tramite una breve rappresentazione e dimostrazione che può essere di carattere musicale, recitativo, ginnico o esperienziale. Tali incontri vogliono avere la funzione di sviluppare un sano senso sociale, entusiasmando i bambini nella preparazione e creando, in chi assiste, un vero interesse per l’attività e la creatività degli altri. I più piccoli, di fronte all’esibizione degli allievi più grandi, sono pieni di ammirazione e sentono che anche loro, un giorno, saranno in grado di fare altrettanto; i più grandi possono rivivere esperienze significative del proprio passato scolastico.

La maturità scolare

La domanda che ci poniamo quando un bambino vuole iscriversi alla prima classe della nostra scuola è: “è pronto per ascoltare per un tempo sufficiente un maestro, è in grado di inserirsi in ritmi che non sono i suoi, è in grado di porre a termine un compito assegnatogli ?…” una risposta affermativa a queste domande significa che il bambino è pronto. Quando i bambini non hanno le capacità sopra descritte, si distraggono facilmente, faticano a stare seduti su una sedia in atteggiamento di ascolto, non riescono a portare a termine un compito assegnato. La scuola rischia di diventare per loro un inseguimento, a volte una fatica insormontabile, a volte mettono in atto comportamenti che possono far pensare ad una difficoltà cognitiva o comportamentale. Preferiamo quindi, condividendo un’osservazione del bambino con la famiglia, aspettare che i bambini inizino il loro percorso scolastico pronti.

Una scuola laica

L’anelito alla libertà è un elemento fondamentale nella vita di una scuola Steiner-Waldorf. Il rispetto della altrui libertà di scelta è solo uno degli aspetti in cui tale aspirazione si esprime.

Una prova evidente di tale atteggiamento è la posizione di fronte all’insegnamento della religione:

Nella scuola Steiner-Waldorf possono essere presenti e rappresentate tutte le culture e tutte le religioni, senza preclusioni di sorta. Si è anzi consapevoli di quanto sia importante coltivare un sano ed universale senso del sacro, e che proprio dall’incontro del maggior numero possibile di correnti religiose e culturali possono sorgere germi fecondi per il futuro.

Questo “essere aperta” della scuola Steiner-Waldorf rispetto al tema della laicità è dimostrato con chiarezza dalla sua presenza in tutte le aree del mondo.

Ambiente scolastico e materiali didattici

Nella nostra scuola, gli ambienti e i materiali didattici, preparati dagli insegnanti e dai genitori, assumono un carattere educativo, formativo e sociale.

L’attiva partecipazione degli scolari viene sviluppata nella compilazione di appositi quadernoni, sotto la guida degli insegnati, in cui confluiscono anche in forma artistica, gli aspetti salienti dell’insegnamento. L’attività di creare quadernoni stimola la volontà individuale e personalizza lo strumento di acquisizione delle conoscenze.

Il materiale didattico è scelto e preparato con criteri atti a favorire anche lo sviluppo sensorio e della manualità fine. Partendo dai materiali che appartengono alle esperienze manuali primarie dell’uomo (es. lana, cera d’api), gli alunni, crescendo, si cimentano alla trasformazione di materie (es. creta, legno) che richiedono sempre più forza ed abilità anche nell’uso di attrezzi specifici.

Inclusione scolastica

In risposta alla recente normativa sui Bisogni Educativi Speciali (BES), la nostra scuola sta elaborando una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività al fine di sviluppare una didattica più attenta ai bisogni di ogni singolo alunno nel realizzare gli obiettivi comuni. A tale scopo è stato costituito un G.L.I. (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione), formato da nostri insegnati, che avrà il compito di redigere il P.A.I. (Piano annuale di Inclusione), di relazionarsi con le famiglie e i Servizi Socio-Sanitari nonché di partecipare ad azioni di formazione organizzate nell’ambito della pedagogia steineriana a livello territoriale.

Tale piano viene a coordinare l’azione del collegio insegnanti nell’individuazione della necessità per alcuni alunni di un Piano Didattico Personalizzato, pur in assenza di documentazione clinica o di diagnosi.

Nel PDP vengono fissati:

Questo al fine di mettere sempre gli alunni nella condizione di apprendere trovando per ognuno l’appropriata strategia pedagogico-didattica e cercando nel contempo si stabilire una forte alleanza educativa con la famiglia, condizione essenziale per la riuscita dei percorsi di personalizzazione.

La valutazione

La valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti, del comportamento degli alunni e delle competenze acquisite viene fornita attraverso un documento elaborato a livello nazionale dalla Federazione delle scuole Steiner-Waldorf in Italia in linea con le disposizioni ministeriali.

I genitori ricevono annualmente una relazione che riguarda il comportamento e i progressi del bambino in ogni ambito: non si fa quindi una semplice valutazione di merito o di rendimento, ma si cerca di inserire questi aspetti, come sfondo di una considerazione più generale dello sviluppo dell’allievo.

Negli anni della scuola primaria, al bambino viene consegnata una breve storia o una poesia che, con un linguaggio immaginativo, ne rispecchia metaforicamente il carattere, i talenti, le qualità e fornisce piccoli suggerimenti che in prospettiva lo aiutano a progredire.

Il documento ufficiale di valutazione, arricchito da annotazioni sulle competenze raggiunte, è invece destinato ai genitori.

Le famiglie sono periodicamente chiamate a prendere atto della situazione scolastica dei ragazzi, attraverso vari momenti di comunicazione.

Il Collegio dei Docenti, assieme al coordinatore delle attività pedagogiche e didattiche, si riunisce settimanalmente per valutare i processi di apprendimento degli alunni, il raggiungimento degli obiettivi della progettualità e delineare strategie ed interventi pedagogici da attuare.

Autovalutazione di istituto e piano di miglioramento

La scuola Steiner-Waldorf odierna è chiamata a rendere conto delle proprie scelte e delle proprie azioni organizzative ed educative nei confronti sia del proprio progetto educativo sia delle famiglie che affidano i loro figli, sia del contesto socio-culturale in senso più esteso.

A partire dall’anno scolastico 2014/2015, la scuola ha compilato il RAV, pubblicato sul sito del Miur. Vengono indicati come priorità per le azioni di miglioramento:

Va tuttavia evidenziato come modelli di monitoraggio standardizzati, quali i questionari basati su griglie valutative, siano per la nostra scuola di difficile utilizzo per dimensione, bacino e tipologia di utenza.

Nella scuola Steiner-Waldorf la valutazione è un processo basato sostanzialmente sulla retrospettiva, il confronto e la verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Nell’ambito pedagogico-didattico, delle cui scelte è responsabile e garante unicamente il Collegio degli Insegnanti, il processo valutativo è utile per rettificare l’azione del singolo insegnante e del collegio stesso.

Fra i vari strumenti vanno elencati:

Nell’ambito gestionale-economico, viene redatto annualmente un Bilancio Sociale, pubblicato sul sito della scuola e portato a conoscenza dei genitori in sede di Assemblea dei Soci. Il Bilancio Sociale viene inoltre divulgato a tutti gli Enti che collaborano con la Scuola.

La formazione degli insegnanti

La premessa di una scuola che si pone come principale finalità la formazione dell’uomo in divenire è quella di una approfondita preparazione degli insegnanti.

A tale scopo sono stati istituiti specifici corsi di formazione biennali o triennali che abilitano all’insegnamento nelle scuole Steiner-Waldorf in tutto il mondo. In tali corsi è previsto lo studio dell’antropologia antroposofica di R. Steiner come base della pedagogia, della didattica e della metodologia di insegnamento nelle varie fasi evolutive dell’alunno. Si approfondiscono i contenuti del Piano di Studi, la didattica e le tecniche della buona pratica d’insegnamento. Parte integrante dei corsi sono l’approfondimento delle attività artistiche e manuali nonché periodi di tirocinio presso scuole Steiner-Waldorf in Italia e all’estero. In Italia sono presenti sette corsi di formazione riconosciuti dalla Federazione delle Scuole Steiner-Waldorf, di cui tre riconosciuti come Enti Formatori Accreditati presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

Presso Oriago di Mira è già attiva da 20 anni una delle due scuole di formazione accreditate dal Miur: l’Accademia “A. Bargero”.

Aggiornamento e apprendimento permanente degli insegnanti e del personale amministrativo

L’aggiornamento dei docenti, curato dall’Associazione degli Insegnanti delle scuole Steiner Waldorf in lingua italiana, si attua attraverso la partecipazione a:

Nell’ottica di un reale apprendimento permanente, al fine di incrementare la qualità dell’offerta e di promuovere il successo formativo degli studenti, ogni riunione settimanale del collegio insegnanti si apre con una parte dedicata allo studio dei testi base dell’antropologia sottesa all’approccio pedagogico Steiner-Waldorf e con una parte artistica, a cura degli insegnanti interni alla scuola.

L’aggiornamento del personale amministrativo si attua attraverso la partecipazione a:

Un importante incontro d’aggiornamento per insegnanti, personale amministrativo, consiglieri e genitori è l’annuale incontro Waldorf Italia (curato dalla Federazione), nel quale tutte le componenti sociali (insegnanti, amministratori e genitori) di tutte le scuole italiane si incontrano per lo scambio di conoscenze, esperienze e buone pratiche.

La struttura socio-organizzativa della Scuola

Organizzazione

La Società Cooperativa Sociale Onlus Educare Waldorf-FVG è l’ente gestore della scuola che è una libera comunità di educatori, genitori e insegnanti il cui scopo è l’educazione del bambino secondo i principi della pedagogia fondata da Rudolf Steiner.

Nello Statuto della Cooperativa vengono indicati i principi che la comunità scolastica, nel suo agire sociale, riconosce come fondamentali:

Organi collegiali

La scuola attiva annualmente i seguenti organi collegiali a partecipazione democratica:

Organi statutari

Gli organi, disciplinati da appositi articoli dello statuto della Cooperativa Educare Waldorf FVG sono:

  1. OFFERTA FORMATIVA

Le aree disciplinari

Area linguistica

Italiano

Il linguaggio è il nostro mezzo di comunicazione principale e lo strumento primario dell’educazione. Esso ha un ruolo formativo estremamente importante nello sviluppo fisico, spirituale e psicologico dei bambini. Coltivare capacità e consapevolezza linguistica in ogni materia e lezione è un obiettivo fondamentale del piano di studi Waldorf. In questo senso il ruolo cardine è assegnato all’insegnamento della lingua madre.

Quando il bambino apprende la lingua madre, inizialmente il parlare stesso configura sia gli organi fisici deputati alla parola e all’ascolto, sia il sistema nervoso che percepisce, organizza e comprende la struttura delle parole e delle frasi.

In seguito il linguaggio diviene strumento della vita interiore del bambino: da una parte lo rende capace di esprimere se stesso e relazionarsi con il mondo, dall’altra, attraverso la sintassi, ordina e struttura il suo pensiero.

Questi due elementi confluiscono entrambi nell’elemento narrativo che così insegna al bambino progressivamente ad ordinare la sua esperienza e ad attribuirle significato.

Durante gli anni prescolastici le qualità intrinseche agli attuali suoni del linguaggio orale lavorano formativamente sul bambino. Tra i sette e i quattordici anni l’allievo vive molto più nel contenuto emotivo delle parole, nelle atmosfere e nei sentimenti che esse evocano. Dopo la pubertà l’individuo deve trovare attraverso il linguaggio non solo la propria voce ma anche l’accesso a concetti e ideali universali.

Nei tre stadi dello sviluppo infantile (guadagnarsi la stazione eretta, imparare a parlare, sviluppare il pensiero) il linguaggio ha un ruolo intermedio: esso è movimento interiorizzato e il pensare è discorso interiorizzato. C’è una chiara progressione dal movimento/gesto alla parola e dalla parola al pensiero. La relazione tra movimento/gesto, parola, pensiero è una chiave per tutti gli aspetti dell’insegnamento linguistico. Movimento e gesto si trasformano in figure linguistiche, metafore e mobilità di pensiero.

Nell’educazione la lingua viene considerata nelle sue due manifestazioni: quella della cultura orale e quella della letteratura. Obiettivo delle lezioni è coltivarle entrambe.

Durante l’età prescolastica si lascia spazio all’acquisizione del linguaggio essenzialmente attraverso la parola.

Con l’introduzione della scrittura e della lettura emerge nel bambino una nuova forma di coscienza linguistica, essenziale per la crescita dell’essere umano, che, tuttavia, deve necessariamente fondarsi sullo sviluppo del linguaggio orale, che rimane sotteso alla letteratura durante l’intero percorso scolastico.

Anche storicamente la letteratura procede dalla cultura orale e la sostituisce ampiamente. Tuttavia nel contesto scolastico sono necessarie entrambe: ciascuna come complemento dell’altra.

La “coscienza orale” si è espressa nella memoria collettiva legata a rituali e situazioni o forme quali l’epica, il mito, la poesia, i drammi.

Il tipo di pensiero che le appartiene è situazionale, come nell’indovinello, nella favola, nella parabola.

Diversamente la “coscienza letteraria” tende alla sensibilità storica e razionale, al pensiero logico, all’astrazione, alla struttura e alla definizione. La prosa ne è l’espressione. L’educazione di entrambe le forme del linguaggio, quella orale e quella letteraria, sostiene il processo di integrazione tra due diversi poli di esperienza/coscienza: quella immaginativa e quella analitica.

Il pensiero immaginativo è chiamato in causa quando il bambino è invitato a partecipare e ad agire in situazioni complesse. Il pensiero analitico richiede invece all’individuo di stare davanti alla situazione. Uno degli obiettivi primari dell’insegnamento della lingua e della letteratura è quello di stabilire una forte cultura dell’oralità, dalla quale dipende lo sviluppo di una altrettanta cultura letteraria.

Quando si introduce la letteratura le forze di volontà sono dirette nelle attività cognitive associate alla immaginazione e alla memoria. Se la letteratura deve essere una attività fondamentale sul pensiero vivo, le forze immaginative della oralità trasformata devono permearla.

Continuare a coltivare l’oralità dopo l’introduzione della letteratura è fondamentale. Ciò avviene attraverso la narrazione, il discorso, l’ascolto, la recitazione, la drammatizzazione; tutte attività dinamiche che sollecitano la partecipazione interiore.

Fino dal primo anno si dà grandissima importanza all’educazione linguistica. La possibilità viene offerta in maniera particolare nell’”epoca”, nella sua parte ritmica all’inizio e nella narrazione alla fine.

Dopo la recitazione di una poesia introduttiva, si viene incontro al bambino tenendo conto del suo bisogno di muoversi e così si accompagnano esercizi di dizione e di recitazione con passi e gesti, si scandiscono ritmi camminando. I bambini amano molto lasciarsi portare dall’elemento lirico e dal ritmo.

Molto spazio viene lasciato all’introduzione della scrittura, che si sviluppa dal disegno pittorico. All’inizio il bambino non ha nessun rapporto con il segno astratto dei caratteri; l’umanità stessa per scrivere non utilizzò subito le lettere, che sono derivate dalla scrittura ideografica. È necessario, quindi, che si progredisca dalla forma artistica, vale a dire dal disegno, alla scrittura e alla lettura. Se, per esempio, per scrivere la M facciamo imitare al bambino la forma della montagna, gli abbiamo insegnato una lettere in forma di immagine. Questa immagine caratteristica per le lettere è utilizzata solo per le consonanti. Le vocali invece, sono manifestazione di sentimenti dell’anima, come la meraviglia della A. L’esperienza che i bambini fanno nelle lezioni di euritmia è di grande aiuto per l’apprendimento della scrittura.

Accanto all’introduzione di lettere per immagini, dalla quale si arriva per sintesi alle parole, si esercita parallelamente l’analisi partendo dall’intera frase e riconoscendo le singole parole e i diversi suoni.

Il bambino impara poi a leggere quanto ha scritto.

Dopo le attività della mattina si chiude l’epoca con una narrazione, in cui il linguaggio è ricco e articolato. Le tematiche della narrazione si sviluppano nel corso del ciclo, portando incontro all’allievo nutrimento per la sua interiorità.

Per quanto riguarda la grammatica si cerca solo di portare a coscienza del bambino ciò che lui già possiede dal momento che ha imparato a parlare. I primi anni, questa consapevolezza non viene particolarmente stimolata e gli elementi di grammatica vengono integrati giocosamente nella narrazione.

Alla fine del ciclo di base i ragazzi hanno lavorato all’arricchimento delle quattro abilità: saper ascoltare, saper parlare, saper scrivere, saper leggere. Sanno quindi esprimersi in un linguaggio ortograficamente e sintatticamente corretto e sanno esporre le proprie opinioni in merito e fatti ed esperienze.

Lingue europee moderne

Fin dalla prima elementare i bambini sono introdotti al suono di due lingue straniere: inglese, e sloveno dalla I alla III classe, e inglese e tedesco in IV e in V classe.

Obiettivo precipuo dell’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole Steiner-Waldorf è lo sviluppo di un atteggiamento positivo verso popoli di altre culture e linguaggi e quindi di una generale comprensione dell’”umano”. Tale insegnamento offre l’opportunità di ampliare la conoscenza di culture diverse e l’assunzione di atteggiamenti mentali più ampi.

Gli altri obiettivi dell’insegnamento delle lingue straniere spaziano da un aspetto pratico-utilitaristico del saper comunicare ed esprimersi in un’altra lingua, ad un aspetto culturale di conoscenza di usi e costumi, tradizioni, storia e geografia di un altro popolo.

L’apprendimento orale delle lingue straniere rafforza l’abilità di ascolto dell’alunno, promuovendo una sensibilità al linguaggio a tutti i livelli, non solo semantico. Questo incoraggia capacità di comprensione, formazione di giudizi equilibrati ed empatia, qualità necessarie in situazioni sociali complesse.

La pedagogia steineriana coglie nel linguaggio, nella fonetica, nel lessico e negli elementi sintattici mezzi efficaci che rivelano la vera essenza di quanto descritto e ne riconosce un importantissimo strumento formativo.

Nella pedagogia steineriana il percorso di apprendimento delle lingue straniere parte da un approccio essenzialmente orale ed arriva solo gradualmente allo scritto.

Grande enfasi viene posta nel gesto in quanto il linguaggio occupa una posizione intermedia tra il movimento, che è interiorizzato per divenire in seguito linguaggio, e il linguaggio stesso che è pensiero ulteriormente interiorizzato.

L’insegnamento delle lingue straniere viene affrontato oralmente con dialoghi, comandi, domande e risposte, canti, poesie, vale a dire senza un testo scritto, e tutto ciò spesso è accompagnato dalla gestualità, dalla drammatizzazione e dalle immagini. Il bambino impara a memorizzare dei dialoghi, un bagaglio lessicale e una struttura grammaticale in determinati contesti, anziché in una forma astratta e schematica. Infatti nei primi tre anni il bambino viene introdotto inconsciamente ai principali elementi di grammatica e a una base lessicale.

Così come l’educazione al movimento aiuta il bambino a entrare nel flusso del movimento, a partire dalla periferia, anche durante le lezioni di lingua straniera egli è incoraggiato a lanciarsi nel flusso della lingua, che forma il suo apparato fonatorio e pone le basi per un vocabolario attivo, inoltre fonda strutture di espressioni abituali, idiomi e intonazione.

Alla fine della classe terza il vocabolario del bambino include: le parti del corpo, i capi di vestiario, brevi frasi che descrivono attività quotidiane, gli oggetti della classe e della casa, i colori, le diverse parti della giornata, i giorni della settimana, i mesi, le stagioni, le condizioni atmosferiche, i mezzi di trasporto, la famiglia, il lavoro dei familiari, gli elementi della natura – piante, animali ecc…- essere in grado di chiedere e rispondere in modo semplice usando il lessico relativo ai suddetti argomenti.

Saprà anche usare le principali forme verbali, i tempi, conoscere i pronomi personali, le preposizioni, alcuni aggettivi e la fraseologia più frequentemente utilizzata.

Dalla classe quarta o quinta l’apprendimento della lingua straniera coincide con una nuova fase di sviluppo in cui si trova il bambino. Si continua ad approfondire quanto si è imparato negli anni precedenti, ma egli inizia anche a scrivere e a leggere e diventa consapevole delle strutture lessico-grammaticali. Se nei primi tre anni il bambino esponeva ciò che aveva appreso attraverso il disegno, ora con la scrittura fissa quello che già conosce e capisce. Una volta che i valori fonetici e le lettere sono stati interiorizzati il bambino può affrontare nuovi testi.

I metodi di scrittura dei quaderni e l’uso del materiale si adeguano a quelli stabiliti dal maestro di classe. Infatti la stretta collaborazione fra insegnanti è essenziale per il processo di apprendimento delle lingue straniere, specialmente per l’insegnamento della grammatica. L’insegnante di lingue deve trattare i concetti grammaticali affrontati nella lingua madre dal maestro di classe. I soggetti svolti nella lezione principale, come l’aritmetica, vengono successivamente esposti nelle lezioni di lingua straniera, una volta assimilati. L’insegnante di lingua straniera tratta anche argomenti inerenti alla geografia o alla storia.

Le parole di ogni lingua portano in sé diversi modi di vedere dei popoli che le parlano. Cioè c’è sempre un contenuto intraducibile che distingue le parole di una lingua da quelle usate in altre lingue per lo stesso oggetto o concetto. Per questo motivo si cerca di evitare il più possibile la traduzione. Quindi la gestualità, le immagini, il movimento, l’esperienza situazionale diretta, il gioco sono veicoli per facilitare la comprensione.

Gli argomenti vengono scelti dall’insegnante in base alle capacità della classe; generalmente comprendono semplici conversazioni sulla scuola, la casa, la famiglia, il tempo, le stagioni, il contenuto del materiale letto o di eventi che hanno interessato la classe. Le attività includono la recitazione di poesie ed esercizi orali, il canto, discussioni di argomenti grammaticali come il singolare o il plurale dei sostantivi, forme verbali, che possono essere recitate e imparate a memoria, coniugazione dei verbi nei diversi tempi, aspetti di storia, geografia e cultura.

Negli ultimi anni della scuola di base l’allievo continua il lavoro orale, che rimane sempre il punto cardine dell’insegnamento e si attua sotto forma di opere e scene rappresentate. Il materiale di lettura viene introdotto quando si sono apprese le lettere e si è in grado di leggere frasi che già si conoscono, di solito in classe quinta.

L’allievo elabora un proprio quaderno con liste sistematiche di vocaboli spesso raggruppate per tema e regole grammaticali. Ciò è preferibile al tradizionale testo di grammatica poiché consente all’insegnante maggior flessibilità nella sequenza dei temi introdotti; inoltre limita la quantità degli argomenti grammaticali e si riduce a ciò che è strettamente indispensabile conoscere. Il ragazzo ha inoltre un altro quaderno in cui sono contenute tutte le poesie e le brevi storie che ha imparato. Nelle lingue straniere vengono naturalmente introdotti anche libri di lettura.

Area scientifico-matematica

Matematica – Geometria

La matematica è presente in ogni branca della conoscenza: ritroviamo questa disciplina nei ritmi del cosmo e della Terra, nel movimento del Sole e dei pianeti, nelle forme delle piante e dei cristalli, l’uomo stesso è permeato di leggi matematiche.

L’insegnamento dei concetti aritmetici e geometrici è strettamente collegato alla coscienza e all’attività di movimento (anche i risultati delle ricerche di Piaget sullo sviluppo dell’intelligenza danno indicazioni in questa direzione) e quindi il movimento e l’osservazione di fenomeni concreti sono il percorso ideale per questo apprendimento.

Si presta quindi molta attenzione affinché, in questo percorso di conoscenza, gli allievi possano essere partecipi con tutto il loro essere e, attraverso la regola “dalle mani, attraverso il cuore, alla testa”, si cerca di rendere attive tutte le forze dell’anima: pensare, sentire e volere.

Ma accanto all’approccio concreto alla matematica è da tener presente anche la qualità o, si dovrebbe dire, l’identità del numero, va posta quindi accanto alla presentazione dell’aspetto quantitativo quella del suo aspetto qualitativo.

Ci avviciniamo alle qualità del numero quando, rivolgendoci al desiderio del bambino di indagare sulle leggi che soggiacciono alla nostra realtà, prendiamo in esame molti esempi nei quali il numero in questione è realmente attivo nel mondo, a partire dal nostro corpo e dalla natura che ci circonda.

Steiner raccomandava di prendere questo come punto di partenza per introdurre i concetti numerici:

Nel corso della civiltà siamo arrivati gradualmente al punto in cui possiamo lavorare con i numeri in modo sintetico. Abbiamo una unità, una seconda unità, una terza unità e ci diamo un gran da fare a contare in modo sommativo per unire l’uno all’altro, cosi che uno stia accanto all’altro quando contiamo. Invece i bambini non hanno un’intima comprensione del contare in modo sommativo. Nella storia dell’uomo il contare non si è sviluppato in questo modo.

Contare è cominciato con l’unità. Due non era una ripetizione esterna dell’unità , ma stava all’interno dell’unità. L’Uno ci ha dato il due, e il due è contenuto nell’uno. L’Uno, diviso ci ha dato il tre, e il tre è contenuto nell’uno…”

L’insegnamento dell’essenza del numero, del suo aspetto qualitativo, diventa sempre più importante oggi che vediamo i risultati di una visione del mondo quantitativa nella catastrofe ecologica.

Cominciando dalle qualità del numero e lavorando con le proprietà del movimento nel conto e nel calcolo, gli allievi sviluppano un tipo di intelligenza che cerca e trova la strada che conduce alla realtà.

Attraverso l’esperienza delle qualità numeriche i bambini sperimentano inoltre fiducia e sicurezza: numero, mondo ed essere umano condividono la stessa natura.

I bambini traggono ulteriore senso di sicurezza dalla corretta soluzione di problemi: conquistano così un certo grado di indipendenza. Per questo motivo la matematica è un’attività adatta a liberare i bambini dai vincoli dell’autorità, anche se all’inizio dipendono dall’aiuto dell’insegnante.

Un obiettivo educativo finale che non si dovrebbe sottovalutare è che, necessitando il calcolo di pratica regolare, è anche un ottimo mezzo per educare la volontà.

Nelle prime tre classi l’apprendimento è stimolato attraverso la descrizione immaginativa delle qualità dei numeri. L’approccio immaginativo raggiunge due scopi: da un lato educa i sensi attraverso l’esperienza del movimento, (dispiegandone il maggior numero possibile, dai più grossolani ai più sottili). D’altro canto permette di interiorizzare profondamente quanto sperimentato, trasformandolo in attività dell’anima (ad es. nel calcolare).

Attraverso le immagini i bambini possono afferrare interiormente ciò che si intende. Non si può mai raggiungere questo scopo ricorrendo unicamente alla presentazione logica e puramente simbolica. Per permettere ai bambini di padroneggiare liberamente l’aspetto quantitativo del numero, occorre esercitare ritmicamente varie numerazioni o la memoria, imparando le tabelline attraverso movimenti ritmici (battito delle mani, dei piedi, saltelli…). L’ approccio al calcolo deve essere quindi il più concreto e visivo possibile e deve procedere “dall’intero alle parti”: il bambino, infatti, a quest’età, coglie il mondo come un’unità.

Nelle classi quarta e quinta, dopo il nono anno, ovvero quando la precedente armonia tra il mondo esterno ed interiore si è frantumata, il curriculum Waldorf prevede che i bambini lavorino con i numeri frazionari. In questo modo gli allievi incontrano nell’apprendimento qualcosa che hanno già sperimentato in sé stessi.

In seguito gli allievi impareranno a calcolare con numeri interi e decimali.

La geometria, come parte dell’insegnamento della matematica, viene impartita in ore di lezioni apposite. Uno dei principali obiettivi di queste lezioni è di sviluppare e coltivare l’abilità di visualizzare lo spazio. La sicurezza controllata di movimenti volontari, la stima di proporzioni e relazioni, necessaria e praticata nella geometria a mano libera, viene ben preparata dal disegno di forme nelle classi dalla prima alla quarta. Il complesso di regole, conoscenze e tecniche inerenti gli argomenti viene insegnato con complessità crescente in relazione all’età.

Dalla mobilità interiore, creata da questo approccio alla matematica, scaturisce una capacità immaginativa che porta alla soluzione di problemi matematici.

Scienze naturali, fisiche, chimiche

L’intera struttura dell’iter scolastico steineriano è profondamente legata al concetto di Terra come organismo vivente.

Lo stesso metodo d’insegnamento, muovendosi dall’intero alle parti, conferma questo e incoraggia i bambini a mantenere un tale punto di vista nei loro studi nelle diverse età.

Così un’attiva percezione delle stagioni negli anni del giardino d’infanzia, un senso di unità rivelato dalle intricate relazioni tra piante e animali nei primi anni del ciclo di base e un approccio al pensiero analitico e olistico più avanti, danno il loro diverso contributo per la comprensione dei processi viventi.

Le discipline scientifiche come materie specifiche vengono introdotte solo dopo il nono anno quando il bambino sviluppa un naturale interesse verso il mondo in quanto inizia il lungo percorso di individualizzazione. Prima tutte le discipline scientifiche sono molto compenetrate e strettamente legate a quell’esperienza di totalità che il bambino vive.

Nelle prime tre classi vengono anticipati ai bambini tutti i temi rilevanti per lo sviluppo dell’approccio scientifico. Le storie che vengono scelte in questi anni riflettono i cambiamenti interiori che il fanciullo sperimenta rispetto al suo rapporto col mondo esterno.

Nelle classi prima e seconda le storie narrate trattano il principio fondamentale della trasformazione; i bambini imparano anche a percepire come le forze naturali sono legate tra loro e ai diversi regni della natura attraverso un linguaggio che si serve di immagini archetipiche (gnomi, fate come protettori dei segreti della vita….). Tutte queste relazioni saranno affrontate poi successivamente alle medie con un approccio scientifico che richiederà una chiarezza intellettuale ora non a disposizione del bambino.

Nella terza classe le narrazioni sulla Genesi danno un’immagine olistica della creazione della Terra, delle piante degli animali e dell’uomo.

Gli aspetti scientifici si trovano nuovamente inseriti nel percorso didattico in molte occasioni quando si affrontano i diversi mestieri archetipici dell’uomo, facendo anche delle esperienze pratiche.

Zoologia

Il fulcro attorno al quale si sviluppano le scienze nella quarta classe è l’uomo, il quale rappresenta sia il punto di partenza che il punto di arrivo. Infatti fisicamente l’uomo ha delle caratteristiche che lo rendono unico tra gli animali (mani libere per lavorare, stazione eretta, pollice opposto), ma è anche l’essere meno specializzato, che deve sopperire alle sue carenze con la tecnica. È un essere teso alla conquista della libertà, attraverso l’armonizzazione di tutte le forze naturali che abbraccia completamente in sé.

Così ciascun animale è un pretesto per evidenziare alcune strutture che ha particolarmente sviluppato portandole fino alla perfezione. Per seguire questo modo di osservazione qualitativa è fondamentale procedere per animali con caratteristiche polari, dopo aver affrontato l’uomo stesso.

Si studiano anche specie animali caratteristiche, mostrando come, all’interno del proprio gruppo, le polarità si presentano come specializzazione.

Vengono trattati: gli uccelli, i carnivori, gli erbivori.

Tutto questo lavoro viene sostenuto ed approfondito con attività artistiche quali la pittura, il disegno, il modellaggio della cera e della creta.

Botanica

Quando si arriva in quinta classe, in un periodo di grande armonia dei ragazzi, è il momento giusto per lo studio delle piante, le quali compiono movimenti di crescita per arrivare ad aver una bella forma con fiori colorati e frutti succosi.

Sentimenti di rispetto, gratitudine e interesse devono permeare queste lezioni, affinché i bambini percepiscano la Terra come un essere vivente. Ogni pianta deve essere osservata nel contesto in cui cresce e devono risultare evidenti i suoi legami con il terreno e il clima.

Uno studio più analitico, arrivando fino alle cellule viste anche al microscopio, verrà condotto più avanti. Nel ciclo di base è invece fondamentale che i bambini apprezzino la varietà delle specie vegetali che ricoprono la Terra, ne notino i gesti particolari e diversi da specie a specie, le relazioni tra suolo, fiori e frutti.

Lo studio delle piante richiede calma, un’osservazione accurata, sensibilità per le forze di crescita, la capacità di seguire le forme nel loro processo di trasformazione e metamorfosi.

Gli studi di Goethe sui vegetali e gli studi più recenti che si muovono nella stessa direzione, costituiscono una ricca e preziosa fonte di materiale per guidare gli allievi con questo approccio olistico.

È importante che i bambini sappiano individuare gli alberi che crescono nel territorio in cui vivono, conoscano i contrasti tra le diverse zone della Terra – deserti, foreste, tundre, ecc.-, la progressione della vegetazione dai Poli all’Equatore e dalla cima di una montagna alla valle.

Vengono trattati:

Svolgere attività pratiche di coltivazione o cura di una pianta è sicuramente un mezzo efficace per avvicinare in modo attivo l’interiorità del bambino al mondo vegetale.

Area socio-umanistica

Prima di iniziare la scuola, perfino nel corso dei primi due anni di scuola, i bambini hanno una coscienza piuttosto sognante del mondo nel suo insieme. Prendere coscienza del mondo circostante li porta ad avere delle percezioni più sveglie e differenziate. Fino all’età di sette o otto anni il bambino vive se stesso in simbiosi con l’ambiente che lo circonda; dopo il nono anno il rapporto con il mondo deve essere coltivato attraverso descrizioni vivaci e colorate dei mestieri archetipici, dell’artigianato e delle varie località. Queste descrizioni sono completate da attività pratiche come la coltivazione della terra, la lavorazione dei cereali, la costruzione di una casetta, il giardinaggio.

In questo modo si aiutano i bambini ad entrare in rapporto e a collaborare con la natura, andando oltre una conoscenza di tipo puramente intellettuale. Si dà loro così la possibilità di coltivare i sentimenti reali per il mondo naturale, sentimenti che porteranno sempre all’attività e a un rapporto responsabile degli esseri umani con esso.

A partire dalla quarta classe la conoscenza locale dello spazio immediatamente circostante si espande ulteriormente nello spazio (la geografia, concetti semplici di astronomia, lo studio degli esseri umani, degli animali e delle piante) e nel tempo (la storia). Se d’ora in poi le materie si differenziano dal punto di vista del nome, rimangono però integrate in un’ esperienza generale del mondo circostante.

Storia

Nei primi anni di scuola i bambini vengono gradualmente condotti alla storia. Durante i primi tre anni gli eventi storici sono presentati agli allievi in modo non cronologico ma mitologico. Il contenuto narrativo delle lezioni fornisce loro immagini archetipiche delle relazioni, dei percorsi di vita, delle sfide e delle ricerche dell’uomo e fa loro conoscere i rapporti sociali esistenti nelle culture più antiche. Miti e leggende costituiscono il primo modo in cui si presenta la storia.

Ciò che è il passato emerge dal contesto del presente attraverso aneddoti ed esperienze. I bambini scoprono così che nel passato si sono verificati degli eventi che hanno conseguenze per il presente e che ciò che accade adesso avrà riflessi nel futuro. La celebrazione delle feste dell’anno è un elemento importante per la comprensione dello scorrere del tempo e il senso del futuro. Si presentano ai bambini il ciclo delle stagioni e i grandi cicli della vita e della morte nella natura. Nella terza classe si portano a conoscenza le forme tradizionali dei rapporti economici (l’agricoltura, la pesca, la costruzione di case e i mestieri tradizionali). Nelle leggende dell’antico Testamento gli allievi sperimentano, tra le altre cose, la lotta di un popolo per la propria identità nazionale in una società arcaica e incontrano le strutture politiche delle civiltà antiche come quelle d’Egitto o di Babilonia. Tutto ciò viene presentato attraverso la narrazione di biografie e miti.

Nella quarta classe sono le immagini storiche che gli allievi traggono dallo studio dell’ambiente in cui vivono a dare per la prima volta il senso del tempo storico. Scoprire il proprio territorio significa anche ascoltare fiabe e leggende sui popoli antichi che lì vivevano e lavoravano; significa visitare le loro costruzioni, i templi o le chiese, scoprire tracce da loro lasciate, sentire la loro lingua nei nomi locali, magari andare a vedere i loro manufatti al museo. La geografia locale rivela anche le origini economiche dell’ambiente, che siano antiche o recenti. Per i bambini tutto questo è passato, tutto è storia antica.

Fino al momento in cui sono in grado di afferrare il concetto astratto del tempo lineare, i bambini difficilmente riescono a leggere la progressione storica. Così come alcune vecchie culture identificavano il paese con la biografia del popolo, allo stesso modo i bambini sviluppano una coscienza degli eventi nel corso del tempo attraverso la conoscenza del luogo. Soprattutto il rapporto tra l’attività umana e la natura rivela la nostra storia. Ci racconta perché delle comunità s’insediarono qui, che cosa facevano, come vivevano, e questo ci dice qualcosa su chi erano: qui inizia la storia. Questo a sua volta rivela qualcosa su chi siamo noi, ed è quello il punto essenziale della storia.

In classe quinta iniziano le lezioni di storia vera e propria. Si cominciano gradualmente a presentare ambienti spaziali e temporali diversi da quelli che i bambini conoscono. Da qui fino alla fine del ciclo di base si fa un completo excursus degli avvenimenti storici. Si inizia partendo con le immagini mitologiche dei primi tempi dell’evoluzione umana, si presentano poi le antiche civiltà, passando all’antichità classica e al medioevo, per arrivare fino alla realtà delle civiltà odierne. Questo percorso conferisce agli alunni la sensazione che essere uomini significa evolversi, che l’idea di razza umana comprende l’intera varietà dei popoli, che tutti hanno avuto un ruolo nel processo storico.

Nelle classi quinta la storia è raccontata anche sotto forma di racconti biografici che permettono al bambini di immedesimarsi in un personaggio e dunque di immergersi nella realtà storica del tempo.

Geografia

La geografia, nella sua definizione più ampia abbraccia molti aspetti del mondo che ci circonda, ma, fondamentalmente, la metodologia dell’insegnamento della geografia nelle scuole Steiner-Waldorf si occupa di alcuni temi di base:

La prima descrive i fenomeni terrestri, la superficie, l’interno del pianeta, l’atmosfera. La seconda riguarda l’influenza che gli esseri umani esercitano sull’ambiente, le conseguenze economiche che ne derivano e la relazione tra le caratteristiche particolari di una determinata zona geografica e lo sviluppo socio-culturale della gente che vi abita. La terza si riferisce al modo in cui la coscienza individuale dell’ ambiente circostante si riflette nell’immagine che la persona singola ha del mondo e di se stessa nel mondo. La metodologia del piano di studi Waldorf cerca di integrare questi tre approcci.

Si procede dall’insieme all’interconnessione tra le parti, si parte dal mondo noto, per spostarsi verso l’ignoto, per poi ritornare al noto. È un’esplorazione. “Le regioni della terra non vanno studiate solo come pure suddivisioni della superficie terrestre, ma piuttosto si devono studiare le varie zone della superficie terrestre per le caratteristiche particolari che presentano, che sono il prodotto dei fenomeni. È l’interrelazione tra le regioni che dà a queste zone il loro contenuto ..” Inoltre la geografia deve contenere un elemento estetico: “Le descrizioni della natura devono essere chiare, ben definite e scientificamente esatte, senza perdere il respiro vivo della forza d’immaginazione”. Questo è un aspetto fondamentale dell’insegnamento della geografia.

Alla base dell’insegnamento della geografia sta il concetto della terra come insieme morfologico e fisico, ovvero della terra come un organismo. Questo significa che occorre avere coscienza sia della relazione tra le singole parti dell’insieme, sia dell’insieme come un ente che si sviluppa. Ciò evidenzia l’importanza della geografia climatica in cui è facile osservare le parti come aspetti di un intero sistema climatico del pianeta. L’esplorazione dei fenomeni caratteristici delle diverse zone climatiche può essere generica, dove non ha importanza l’ubicazione (tundra o zona equatoriale), o invece specifica, con un riferimento alla regione in questione.

Il rapporto con le concrete diversità regionali è anche molto importante. Per l’alunno è fondamentale poter visualizzare sia la similarità con ciò che gli è familiare, sia le differenze in distanza e scala nelle parti sconosciute della terra.

In classe quarta si studia la geografia locale. Partendo dai dintorni della scuola, lo studio si amplia fino al centro della nostra città. Attraverso questa ricerca il rapporto degli allievi con il mondo, fino ad ora piuttosto generico, si trasforma in un senso di appartenenza, sociale e locale.

Negli anni centrali dell’infanzia studiare geografia vuol dire ancora collegare i fatti all’esperienza. Gli allievi devono imparare qualcosa sul mondo, ma in modo tale che dei sentimenti si colleghino con quella conoscenza. Le cause primarie rimangono sullo sfondo. Una gamma di regioni e paesaggi del proprio paese vengono descritti. L’importante è estendere lo studio dell’economia e delle infrastrutture, iniziato in classe quarta a regioni più ampie.

In armonia con la fase di sviluppo raggiunta dai bambini, partendo dalle basi di geografia locale costruite nella quarta classe, gli allievi vengono fatti avvicinare alla terra attraverso l’osservazione dei metodi locali di agricoltura e industria, dove gli uomini collaborano con la natura in diverse regioni, e i nessi che esistono tra loro. Essi apprendono notizie sul carattere e sulla cultura di altri popoli, in particolare quelli di altre parti del nostro pianeta.

Il compito delle lezioni di geografia, come di tutte le altre materie, è di accompagnare e sostenere i bambini nel loro sviluppo fisico, psichico e spirituale.

Steiner ha anche sottolineato la componente morale delle lezioni di geografia dicendo che, apprendere di popoli che vivono fianco a fianco, avrebbe aiutato i bambini ad amare il loro prossimo.

La geografia deve svegliare nei bambini un interesse per il mondo e il coraggio di vivere. Devono imparare a comprendere il mondo come uno spazio naturale con particolari ritmi di vita dai quali sono avvolti gli esseri umani, ma che essi possono anche cambiare attraverso l’attività economica e culturale. Le basi per un senso di responsabilità e una coscienza ecologica si devono gettare in giovane età.

Area artistico-espressiva

Educazione musicale

La musica parla agli esseri umani che sperimentano il suo linguaggio nella loro anima. Essa si manifesta nelle tre categorie di melodia, armonia e ritmo, che possiamo vedere rispecchiate nelle tre facoltà dell’anima dell’uomo: pensare, sentire e volere.

La melodia, sviluppandosi linearmente, crea un disegno chiaro, coerente, paragonabile al pensiero logico.

L’armonia, con le sue atmosfere di maggiore e minore, tensione e distensione, parla più direttamente al sentire umano.

Il ritmo, che impegna le membra, si volge invece peculiarmente al volere.

Il nostro approccio pedagogico a tale disciplina è dunque indirizzato a collegare la natura della musica alla natura in divenire del bambino.

Le finalità dell’insegnamento musicale della scuola Steiner-Waldorf sono: un’immersione attiva nella sostanza musicale; esperienze nella pratica della sua natura; risveglio al principio musicale in modo progressivo per giungere ad una base conoscitiva fondata sull’esperienza diretta.

La musica è soprattutto uno stato d’animo che vive nel bambino che fa musica e questo stato d’animo deve essere creato in ogni lezione.

Fino ai nove anni la vita animica del bambino nelle sue facoltà di pensiero, sentimento e volontà è un tutt’uno: esse agiscono ancora separatamente ma lavorano insieme. In musica l’atmosfera della quinta (la scala pentatonica) è simile alla configurazione dell’anima del bambino. Non si vive ancora nella tensione tonale e in un ritmo collegato alla battuta ma si è orientati verso la qualità dell’inspirazione e dell’espirazione.

Per questo nei primi anni di scuola ci si avvicina al bambino creandogli l’aspettativa gioiosa del far musica. Per tale approccio è fondamentale l’imitazione. Il maestro mostra e i bambini imitano. L’insegnante suona o canta e i bambini seguono. L’insegnante corregge le imperfezioni in modo diretto con delicatezza. L’elemento melodico è fondamentale e preparatorio.

Il lavoro corale è importante, perché crea un sentimento sociale. Si lavora su canti con melodie pentatoniche. Oltre al canto, i bambini imparano a suonare il flauto pentatonico a orecchio, imitando il maestro. I contenuti di tale esecuzione con lo strumento sono le semplici melodie esercitate nel canto. Vengono inoltre utilizzati strumenti ritmici per creare atmosfere tramite improvvisazioni.

Per sviluppare l’orecchio musicale si alterna la pratica all’ascolto, sia col canto, sia con il flauto pentatonico o altri strumenti anche a corda come la lira. Tramite l’imitazione, ritmo e melodia vengono portati gradualmente alla coscienza invitando gli alunni a mostrare con i corrispondenti gesti le altezze delle melodie cantate.

In classe terza si introduce la notazione musicale sul pentagramma, si presenta la chiave del sol. Si effettua il passaggio dalla scala pentatonica alla scala diatonica, si presenta il flauto diatonico e la sua diteggiatura.

Dall’imitazione si passa gradualmente alla scrittura, al riconoscimento e alla lettura delle note.

Si esercitano canti nella scala diatonica riguardanti le stagioni, i mestieri, l’Antico Testamento (anche canti ebraici).

Si orientano i bambini verso la scelta di uno strumento individuale da studiare privatamente per poi utilizzarlo nella futura orchestra di classe. Si coltiva l’ascolto di brani suonati dal maestro o dagli alunni stessi.

Parallelamente allo studio delle frazioni, in quarta classe si presentano i valori delle note e le loro relative pause; la divisione in battiti di misure da 2/4 3/4 e 4/4; il punto, la legatura di valore e la corona. I bambini diventano più coscienti di se stessi e del mondo che li circonda. A quest’età si inizia il canto a più voci con semplici canoni e canti a due voci distinte. Anche con i flauti si eseguono canoni e duetti. A questi si possono eventualmente aggiungere strumenti che alcuni bambini studiano privatamente, iniziando la formazione dell’orchestrina di classe.

Si utilizzano canti legati alle stagioni, canti popolari italiani, canoni semplici e canti a due voci. Si approfondisce la lettura ritmica delle note e la loro intonazione,

In classe quinta si continua ad esercitare nel canto la polifonia utilizzando canoni più complessi sia a due, sia a tre voci ed anche canti a più voci, preferibilmente omoritmici o con facili imitazioni.

Si approfondisce lo studio del flauto dolce soprano esercitando le note acute (fino al fa) e alcune note alterate (ad es. si bemolle, fa diesis, do diesis, sol diesis, mi bemolle acuto).

Si studiano brani strumentali a tre, quattro voci inserendo oltre ai flauti dolci soprani eventuali strumenti studiati privatamente formando così l’orchestra di classe. L’orchestra diviene un momento importante nel quale esercitare l’ascolto degli altri, la perseveranza, la pazienza, il rispetto cioè la difficile arte del suonare insieme.

Educazione motoria

Il principale obiettivo dell’attività motoria è quello di integrare e accompagnare lo sviluppo psichico- spirituale con lo sviluppo fisico- motorio nel bambino.

Questo aspetto riguarda le percezioni spazio-tempo, l’equilibrio (interno e esterno) e le percezioni dello schema corporeo. Tali elementi vengono sviluppati tramite movimenti globali e movimenti fini.

L’obiettivo è quello di dare una buona e strutturata organizzazione motoria tale da poter essere utilizzata al momento giusto e nel modo più appropriato.

L’attività motoria supporta, a seconda dell’età, lo sviluppo del bambino utilizzando adeguate attività: a questo proposito ci si avvale di immagini e disegni significativi per arrivare al movimento finale.

Nello sviluppo motorio viene anche formata la capacità relazionale, collaborativa, sociale dei bambini.

Il programma di attività motoria assume un ruolo centrale nel processo di evoluzione che ogni essere umano dovrebbe realizzare; tenendo collegate la parte cognitiva (cioè quella del pensiero) a quella fisica.

Questo processo evolutivo ha inizio nel ventre materno e continua intensamente nella fanciullezza. Dai primi movimenti degli occhi agli spostamenti del capo, passando ai tentativi di alzarsi, ai movimenti delle mani nel toccare e afferrare il mondo che lo circonda, oltre al lungo percorso che lo porta alla stazione eretta; il movimento rappresenta il mezzo tramite il quale lo spirito dell’individuo entra a contatto con il mondo. Questo fluire del movimento manifesta essenzialmente la parte psichica dell’uomo.

È una forza che letteralmente mobilizza il bambino e lo mette in una significativa relazione con il mondo. Tramite il movimento l’individuo entra fisicamente nel mondo e lo strumento primario è il corpo fisico.

Il programma di educazione motoria collabora e aiuta a formare la base dell’organizzazione motoria dell’individuo, aiuta a trovare una centralità più sicura con la quale entrare in contatto con il mondo. Dal momento che questo processo è sempre in evoluzione e singolo per ogni individuo, il programma rispetta questo processo senza farlo rientrare in tappe prefissate. Il programma di educazione motoria in questo senso è un sistema aperto che risponde alle continue esigenze dei bambini e ragazzi.

Vengono qui indicate attività e linee guida come punti di riferimento per le diverse fasce di età, senza essere per forza vincolanti alla classe. Alcuni fattori ne guidano la scelta senza essere rigidamente fissati: il momento evolutivo del bambino, la natura del movimento, le circostanze esterne, le risorse e le possibilità.

Il compito della fase prescolare è quello di stabilizzare una gamma di attività come abitudini: vestirsi, comportarsi all’interno di un gruppo, ascoltare gli altri, lavarsi, pulirsi, asciugarsi. Queste abitudini allenano la strutturazione del movimento in modo significativo.

I bambini vanno a scuola quando sono pronti ad iniziare formalmente l’apprendimento. Nel movimento si notano cambiamenti notevoli che sottolineano il momento adeguato per il passaggio alla scuola.

Nell’attività come il disegno di forme, la dinamica del movimento è progressivamente interiorizzata dal movimento esteriore nello spazio all’abilità di immaginare il movimento interiormente, fino al momento in cui può essere tradotto (trasformato) con le braccia e le mani sul foglio come linee ovvero le tracce del movimento stesso.

Il disegno di forme, le lettere, i numeri stessi esplorano in due dimensioni ciò che è stato sperimentato spazialmente nelle tre dimensioni tramite il movimento.

Una volta che il bambino inizia ad avere delle immagini mentali indipendenti, l’imitazione si trasforma. Quando il bambino inizia la frequenza scolastica l’imitazione rimane una parte importante dell’apprendimento, non ultimo nel movimento, ma tale processo subirà un importante cambiamento. Piuttosto che prendere parte a ciò che fa l’adulto (apprendimento implicito), il bambino deve essere stimolato a tirar fuori la sua stessa immagine interiore del lavoro (inteso come attività).

Ciò significa che l’insegnamento si realizza tramite immagini:

La motivazione al movimento può essere canalizzata con istruzioni semplici e dirette come ad esempio: “correre, salire su alberi, saltare, arrampicarsi sulle rocce”.

Un altro elemento nei primi anni scolastici è quello di dare ai bambini opportunità in cui si lascia gradualmente la sicurezza del gruppo.

Progressivamente nella scuola media, in genere, il senso di sicurezza viene man mano acquisito dando così la possibilità al ragazzo di affrontare impegni più intensi.

Tensione ed eccitamento sono un esercizio importante per affrontare le nuove attività.

La tensione aumenta l’attenzione e la concentrazione ed è una esperienza “attivante”.

Le regole di gioco forniscono l’opportunità in cui gli allievi possono assumersi le responsabilità a cui sono in grado di far fronte.

Un altro elemento nell’educazione motoria è il ritmo. Il ritmo ha molte dimensioni all’interno della vita di classe. Sono importanti giochi di corsa, saltelli, battere le mani, giochi di passaggio, ricezione, lancio.

L’essenza dell’approccio dell’insegnante trae spunti dall’osservazione dei bambini sia in classe che in palestra. In tal modo si può rispondere direttamente alle esigenze che ogni situazione crea.

I principali aspetti dell’insegnamento dell’educazione fisica negli ultimi anni del curricolo sono la presa di coscienza della corporeità, l’ordinato sviluppo psicomotorio nel quadro più ampio dello sviluppo della personalità.

Euritmia

L’euritmia è materia obbligatoria in tutte le scuole steineriane, in quanto, applicata appropriatamente alle differenti età evolutive, rappresenta un importante aiuto allo sviluppo umano, per la forte compenetrazione di componenti artistiche, fisico-motorie, morali.

L’euritmia è una nuova arte fondata nel 1912, grazie alle indicazioni di Rudolf Steiner. Vuole rendere visibili linguaggio e suono attraverso il movimento del corpo.

È quindi un’arte del movimento che coinvolge l’intero essere umano, integrando i movimenti corporei con il sentimento, creando cioè un’armonica relazione tra l’elemento psichico-spirituale e la corporeità.

Diversamente dalla ginnastica, che ha come finalità l’irrobustimento e l’armonioso mantenimento della forma fisica, nell’euritmia è fondamentale da un lato la partecipazione emotiva al movimento che viene eseguito, dall’altro la consapevolezza delle leggi che lo governano.

La ginnastica ha a che fare con l’intero essere umano, nella sua relazione con le leggi che governano lo spazio, quelle di leggerezza e di pesantezza, e dell’equilibrio che l’essere umano ottiene superando queste due polarità. Anche l’euritmia lavora con le polarità di leggerezza e pesantezza, non fisicamente, ma essenzialmente attraverso l’esperienza interiore dell’anima, quindi è più simile alla danza che alla ginnastica.

Oltre ad essere una forma artistica, l’euritmia ha anche aspetti educativi e terapeutici perché, nel momento in cui si esercitano i suoi elementi, si promuove un’ integrazione e armonizzazione dell’ organizzazione del movimento con il mondo affettivo ed estetico dell’anima.

L’euritmia sta sempre più dando un importante contributo all’educazione degli adulti e può essere anche esercitata sui luoghi di lavoro, dove imprenditori sensibili riconoscono il suo valido aiuto ai processi sociali e allo sviluppo della personalità.

L’euritmia è un elemento chiave nella scuola di formazione degli insegnanti entro il movimento delle scuole Steiner-Waldorf ed è svolta regolarmente durante lo sviluppo formativo dell’insegnante.

Originariamente parola, canto e movimento erano qualcosa di unitario. Se l’uomo ascolta parole pronunciate, qualcosa nella sua anima si mette in movimento; se si mette lui a parlare produce movimento nella sua interiorità. Steiner ha cominciato a sviluppare un linguaggio di gesti dell’uomo intero, che rispecchiasse queste intenzioni di movimento interiore. Questa nuova arte ha perciò origine dall’essenza più intima dell’uomo ed educa il corpo a diventarne mezzo espressivo, suo strumento.

Ogni gesto vocalico esprime il suono e la colorazione di una specifica qualità dell’anima come meraviglia, affermazione di sé, timore, gioia, ecc.; ogni movimento consonantico mostra una specifica forza che si manifesta in un fenomeno esterno. Gli esseri umani, specialmente i bambini, sono in grado di cogliere i differenti movimenti delle forze formative vitalizzanti: nel sibilare del vento si può così sperimentare il suono rappresentato dalla lettera “S”, nel movimento dell’onda dell’acqua la lettera “V”, nei movimenti di crescita e di fioritura delle piante la lettera ”L”. Ogni suono dell’alfabeto esprime se stesso in una caratteristica forma archetipica e in uno specifico movimento.

Il movimento ritmico del linguaggio è un altro elemento che si manifesta nel metro di un verso, nella cadenza e nella rima, nella ripetizione dei suoni. Il movimento ritmico del linguaggio vive nella dinamica del respiro umano, nella sua concentrazione ed espansione.

La forma fisica umana è costruita secondo leggi e rapporti musicali, come si possono vedere nello scheletro, nelle proporzioni del corpo. Partendo dagli elementi formativi nella musica, Steiner insegnò come le note e gli intervalli musicali potevano essere espressi nei gesti e rendere quindi manifesta la musica come “canto visibile”.

Nelle forme di gruppo si deve unire la concentrazione sul proprio lavoro con la continua percezione del movimento degli altri: solo quando si raggiungono entrambi i risultati, si può sperimentare con piacere il flusso del comune movimento.

Le lezioni di euritmia sono regolarmente accompagnate da un pianista, ma spesso vengono utilizzati anche altri strumenti.

Essendo l’euritmia un’arte nuova essa è poco conosciuta nelle comunità scolastiche al di fuori di quelle steineriane e quindi anche poco compresa nel suo valore intrinseco. Il lavoro degli insegnanti di euritmia consiste anche nel promuovere corsi, dimostrazioni e conversazioni aperte al pubblico per accrescere la comprensione e l’interesse verso quest’arte.

Possiamo sintetizzare le finalità dell’insegnamento dell’euritmia nei seguenti punti:

Il curricolo che segue rappresenta una traccia delle possibili attività che si possono fare nelle singole classi.

Fin dal giardino d’infanzia, usando immagini fiabesche, l’euritmia può coinvolgere molti gesti dei suoni in varie atmosfere. I testi possono includere rime e versi. Musica pentatonica con flauto o lira può essere da accompagnamento all’euritmia; i movimenti di concentrazione ed espansione dentro e fuori dal cerchio sono le principali forme gestuali. Gli esercizi con le bacchette di rame possono essere fatti dalla prima classe in avanti per accrescere ed ampliare ulteriormente l’esperienza del bambino, del suo movimento spaziale e del suo orientamento. Questi esercizi hanno lo scopo terapeutico di centrare il bambino nel suo equilibrio. In alcuni casi esercitare con queste bacchette le rotazioni, i lanci e le ricezioni può avere un effetto risvegliante e fortificante del coraggio del bambino, e nel gruppo può avere importanti effetti sociali.

A partire dalla classe terza, in rapporto al suo sviluppo psicologico, quando comincia a sperimentare una più forte differenziazione tra se stesso e ciò che lo circonda, il bambino impara a diventare più indipendente nello spazio intorno a lui. Comunque, per prevenire l’eccessivo isolamento che potrebbe verificarsi in quest’età, viene esercitato in primo luogo il movimento di contrazione e di espansione all’interno del gruppo, in una atmosfera di intervalli di terza, maggiore e minore. Vengono introdotte forme più complete: la spirale, i triangoli e i quadrati. I ritmi diventano più distinti sia nel linguaggio che nella musica. C’è ora una maggiore distinzione tra gli elementi del linguaggio, movimento ed esercizi.

A questa età i bambini hanno bisogno di esercitare nuove forze psicologiche di immaginazione e di moralità. Parallelamente allo studio della madre lingua in cui appaiono i primi elementi grammaticali, l’euritmia affronta la differenziazione sintattica del linguaggio, non in modo astratto ma attraverso il coinvolgimento del sentimento e della volontà dei bambini. Il movimento orientato centralmente in un cerchio è adesso spesso eseguito in disposizioni frontali che danno una diversa percezione dello spazio. Per sviluppare l’indipendenza esso è accompagnato da numerosi tipi di esercizi di destrezza e concentrazione ed esercizi sugli intervalli.

A partire dalla classe quinta viene coscientemente scoperta e sperimentata la geometria della forma umana nella stella a cinque punte. I ragazzi eseguono questa forma per sperimentare la sua spazialità. In collegamento con le lezioni di storia vengono usati testi di periodi culturali antichi. L’atmosfera delle antiche epoche culturali è estrapolata ed esplorata attraverso caratteristici movimenti e gesti.

Vengono proposti anche specifici esercizi pedagogici dati da Rudolf Steiner, come la danza della pace e dell’energia e la danza dei pianeti.

In concordanza con l’insegnamento della lingua madre si prosegue con la presentazione di forme sulle strutture grammaticali, fino ad arrivare ad esprimere le sottili differenziazioni dei vari tipi di frasi, come i differenti periodi ipotetici. Si esercita anche l’espressione dei diversi stati d’animo, come la gioia, il lutto, il dolore e soprattutto l’allegria.

Si portano ora elementi drammatici, che ponendo l’accento sui contrasti interiori, rispecchiano la situazione che l’allievo vive a quest’età.

Parallelamente allo studio della geometria si esercitano forme geometriche sempre più complesse, che danno argini e struttura dall’esterno. Molti esercizi sulle forme acquistano negli ultimi anni del ciclo di base il carattere di esercizi di concentrazione e di padronanza di sé. Vengono introdotti anche esercizi sulla postura.

Pittura

Nelle lezioni di pittura possiamo distinguere un aspetto più legato alle sensazioni e impressioni che il colore suscita e un aspetto più di illustrazione, che presta maggiore attenzione alle forme.

L’esperienza del disegnare per i bambini più piccoli é incoraggiata dalle grandi immagini che colgono durante la narrazione; l’utilizzo di materiali naturali quali i blocchetti e i pastelli di cera colorata offre al bambino la possibilità di lavorare per superficie, salvaguardandolo da un rapporto troppo precoce con la linea quale elemento astratto.

La pittura viene portata con la tecnica dell’acquarello su foglio bagnato: questo permette agli alunni di avere una situazione sempre mobile e modificabile. Le indicazioni per guidare gli scolari nel percorso didattico col colore si basano sulla “teoria dei colori di Goethe”. I bambini, mediante la percezione del colore, possono sperimentare l’impressione oggettiva, qualche volta addirittura afferrarne l’aspetto morale.

Così inizialmente i colori vengono sperimentati nelle loro qualità particolari, messi in rapporto, confrontati. L’insegnante prepara queste esperienze raccontando una breve storia per la pittura, che dà vita al colore prima che questo venga usato.

Successivamente gli alunni creano atmosfere diverse combinando tra loro i diversi colori. Solo dopo aver sperimentato per lungo tempo e in maniera intensiva i colori, si può giungere da questi alla forma: albe, tramonti, piante, animali, monti, minerali ecc., sempre però traendola dalle qualità primarie dei colori.

Disegno e disegno di forme

Le lezioni di disegno sono molto diverse dalle lezione di acquarello. Una forma che deve essere disegnata è sempre un risultato, qualcosa che deve arrivare a compimento, qualcosa di “morto”.

Tuttavia, le lezioni di disegno non sono finalizzate al risultato ma al processo, all’abilità coinvolta, ai sentimenti che sorgono durante l’attività. Questi sentimenti sono collegati con la forma, sono sostenuti, modellati da essa. Come avviene per la pittura, anche questo è l’ambito percettivo morale delle forme.

All’inizio non si richiede ai bambini di disegnare oggetti, essi devono sperimentare una qualità del movimento. La linea viene liberata dalla sua funzione di rappresentare degli oggetti e diviene essa stessa oggetto, acquistando così un nuova forza. Questo genere di disegno è chiamato nelle scuole Steiner-Waldorf ‘disegno di forme’.

Nei primi anni di scuola ai bambini è mostrato come disegnare semplici forme e trasformazioni di forme e si fa sperimentare le loro qualità. Questo aiuta a sviluppare la capacità di una viva comprensione interiore delle forme . Da questo i bambini e più tardi i ragazzi imparano a capire la gestualità che vive nelle forme che incontrano in natura e nelle cose create dagli uomini.

Questo è importante per il loro sviluppo: quando gli allievi sperimentano la gestualità che vive nelle forme di ciò che incontrano in natura, nelle montagne, nelle piante, negli animali, nelle cose costruite dall’uomo, essi stabiliscono una relazione con il mondo ricca e veritiera.

Lo sguardo ordinario, che non ha la forza di creare forme, può solo comprendere ciò che è stato portato a termine, ciò che si è pietrificato in una forma finale, ciò che è morto. Un tale sguardo limita la consapevolezza umana solo a ciò che nel mondo è morto. Guardare invece ciò che è creativo conduce l’essere umano al di là della superficie di ciò che è diventato e lo mette in contatto profondo con la vita interna delle cose.

Inizialmente lo scopo del disegno di forme è risvegliare il senso della forma nell’allievo. Questo è necessario quando essi imparano a leggere e a scrivere. Così il disegno di forme è una preparazione per l’apprendimento di tecniche proprie della nostra civiltà.

Imparare ad orientarsi per mezzo del movimento sia in classe, sia sul foglio di carta, può aiutare i problemi legati allo spazio che presentano ad esempio i bambini dislessici.

Steiner stesso ha sottolineato l’aspetto terapeutico del disegno di forme, consigliando agli insegnanti di ricercare e elaborare forme che aiutino a lavorare su unilateralità e difficoltà degli allievi.

Semplici linee in rapporto di simmetria destra-sinistra prima, sopra-sotto poi, metamorfosi di figure con equilibrio proprio interno, linee che creano incroci, nodi celtici fino ad arrivare ai motivi decorativi delle civiltà antiche costituiscono uno strumento importante per il passaggio alla linea astratta del disegno geometrico e tecnico.

In queste classi si esercita anche il disegno a carboncino, che è più vicino alla pittura, per realizzare soprattutto contrasti in chiaro-scuro, che rispecchiano maggiormente la situazione interiore del ragazzo a quell’età.

Modellaggio

Dalla classe prima alla terza i bambini modellano la cera, dal nono anno invece si passa al modellaggio della creta, che diventa un’attività complementare al disegno di forme.

Il punto di partenza può essere l’esperienza della sfera e della piramide. Il modellaggio della creta nasce dall’incontro e dall’interrelazione delle mani, che insieme formano uno spazio interno. Non si tratta quindi di aggiungere pezzi di creta o plastilina qui e lì, ma di dar forma a un pezzo di creta, partendo dalla sua totalità. La forma viene data dalla pressione esercitata sul materiale. Mentre il disegno viene guidato e corretto dagli occhi, qui sono le mani nello stesso tempo organo di percezione e strumento che da forma.

Il modellaggio può contribuire ad approfondire il disegno di forme e altre materie.

Nelle epoche di storia si sperimentano le qualità delle forme delle abitazioni e costruzioni dell’uomo: le piramidi, i templi greci, i castelli medioevali ecc..

Nell’epoca di zoologia, partendo dalla sfera, si costruiscono forme di animali, accennando le loro caratteristiche.

Nell’epoca di botanica, sempre partendo dalla sfera o dall’uovo, si fanno gemme, frutti, piante, non tanto per riprodurre questi naturalisticamente, ma per sperimentare il movimento di crescita che dà forma alla materia.

Nell’epoca di geografia si ha la possibilità di rappresentare le forme plastiche dei diversi tipi di rocce, da quelle granitiche a quelle calcaree, avvicinandosi così alla ricchezza di forme del mondo minerale.

Area delle attività manuali-artigianali

Le attività manuali non devono essere considerate soltanto come un rendere abili le mani esercitando un fare sensato; data la posizione delle mani, tra testa e piedi, e il loro movimento ripetuto ritmicamente, questo tipo di attività contribuisce significativamente non solo al rafforzamento della volontà, ma anche alla formazione di un pensiero in grado di decidere autonomamente. L’esercizio della motricità sottile è infatti di grande importanza per lo sviluppo dell’intelligenza.

Steiner lo sottolinea chiaramente: “Più saremo coscienti … del fatto che l’intelletto si sviluppa a partire dai movimenti degli arti, meglio sarà”. Questo motto si situa non solo alla base del curricolo del lavoro manuale, bensì del curricolo generale. Apprendere attraverso il fare ed apprendere attraverso il creare sono aspetti gemelli che caratterizzano l’attitudine di base nei confronti dell’educazione che permea il curriculum Waldorf. Il pensare ed il comprendere derivano dall’attività e dal movimento, anzi, il pensiero vivente è un movimento interiorizzato. Considerando il fatto che la vita moderna ha privato i bambini di molte opportunità di imitare e di compiere dei movimenti significativi con l’attività delle mani, l’educazione deve agire in modo da compensare questa mancanza, affinché essi possano svilupparsi in modo sano. L’attività pratica armonizza le facoltà spirituali del bambino ed il suo pensiero, i suoi sentimenti e la sua volontà, proprio come i racconti agiscono sui processi vitali e sui ritmi corporei con un’azione parimenti armonizzante.

Il curriculum del lavoro manuale svolge un ruolo cruciale nell’ambito dell’esperienza dell’apprendere attraverso il fare. Il costruire è un processo creativo che sviluppa capacità e competenza, coinvolgendo idee e materiali. La conoscenza e la capacità di comprensione acquisite attraverso “l’imparare creando”’ permette ai giovani di provare un senso di soddisfazione che per tutta la vita sosterrà il loro interesse nei confronti del mondo.

Inoltre, le attività pratiche devono essere integrate nel curriculum, e non destinate unicamente a lezioni specialistiche. Ciò significa che qualsiasi attività o lavoro manuale deve essere sperimentato all’interno di un contesto, messo in relazione con la vita. Questo deve anche avvenire alla giusta età, il che significa che è necessario procedere dal gioco al lavoro, dall’immagine all’ideale, dal gesto archetipico attraverso l’attività alla tecnologia. Naturalmente le varie abilità manuali devono essere insegnate nel corso di lezioni e di gruppi di lezioni regolari, trovando il momento giusto per integrarle con il curricolo generale e per effettuare la transizione verso la tecnologia moderna.

L’aumento di difficoltà nell’apprendimento e la manifestazione di problemi comportamentali che si registrano fra i bambini ha molte cause, ma può sicuramente essere visto come una mancanza di integrazione, in parte attribuito a uno scollamento delle forze relative al pensare ed al volere. Ciò che si acquisisce tramite la testa non può essere messo in pratica dalla mano, e ciò che gli arti apprendono attraverso attività significative non viene concettualizzato e compreso. Imparare creando è un tipo di apprendimento che “ascende” dagli arti alla testa. L’analisi e la riflessione su quanto le mani hanno compiuto portano consapevolezza nell’intelligenza degli arti.

Partendo da questi presupposti comuni, possiamo differenziare un’attività manuale “dura”, la lavorazione del legno, nella quale ci si rivolge principalmente all’educazione della volontà, e il lavoro manuale, nel quale ci si rivolge principalmente al sentimento. Queste materie sono insegnate entrambe sia agli allievi che alle allieve.

Lavoro manuale

Nel lavoro manuale, le qualità formative di sopra/sotto, pesante/leggero, chiaro/scuro, dentro/fuori, sono alla base dell’attività degli allievi di tutte le età. Esse non sono fine a se stesse, ma devono sempre avere uno scopo pratico e risvegliare una consapevolezza sociale nei confronti del lavoro di altre persone.

Il rispetto per il materiale e per le sue origini, l’utilizzo di oggetti usati e segnati dall’uso costituiscono inoltre le basi della responsabilità individuale nei confronti dell’ambiente e delle risorse naturali.

È precisamente nell’incontro con il mondo materiale che possiamo opportunamente accostarci ad un mondo di “processi”. Nella nostra società esageratamente igienizzata i bambini hanno bisogno di giocare con materiali semplici, di esplorarli e di vederne i processi; allo stesso modo gli adolescenti hanno bisogno di un tipo di attività appropriato, che li aiuti ad acquisire le abilità essenziali per gestire le questioni pratiche della vita e a sviluppare un senso morale di responsabilità nei confronti dell’ambiente, sia quello naturale che quello umano.

Nel giardino d’infanzia i bambini fanno la conoscenza di un materiale come la lana, imparando a conoscere le sue qualità tattili ed olfattive. La raccolgono, la utilizzano per realizzare gnomi e cuscini imbottiti.

Durante i primi anni del ciclo di base gli allievi apprendono nozioni riguardo l’allevamento delle pecore; più avanti possono fare esperimenti di tinteggiatura.

Quando, durante le lezioni di storia e geografia apprendono gli aspetti economici dell’industria della lana, posseggono quindi già un’ampia conoscenza del materiale, delle sue qualità e delle sue origini. Questo esempio può essere esteso anche al legno, al cotone, all’argilla, ai metalli ed altri materiali naturali.

Quando gli allievi sono più piccoli, hanno spesso l’opportunità di lavorare con le proprie mani nell’ambito delle diverse lezioni, utilizzando qualsiasi materiale sia a portata di mano, specialmente materiali naturali come legno, foglie, corteccia, argilla, acqua, carta, canne, ecc..

Finalità principale della prima classe è quella di fare il passaggio dal gioco al lavoro.

Nelle prime classi si impara a lavorare a maglia con due ferri, si esercita l’uncinetto, si fanno piccoli lavori di cucito. Gli allievi arrivano così in terza ad essere in grado di farsi il primo indumento, un copricapo.

Tenendo conto dello stadio evolutivo a cui l’allievo è giunto per quanto riguarda le tecniche, si confezionano piccoli oggetti. In particolare è importante esercitare in quarta il punto croce, per rafforzare il raggiungimento di un’iniziale autonomia. Inizia ad essere stimolata la comprensione di un disegno significativo, che ha lo scopo di adeguarsi alla funzione dell’oggetto.

In corrispondenza di una nuova esigenza di armonia da parte del ragazzo, si esercita in classe quinta si può sperimentare la maglia tubolare e si confezionano altri indumenti: guanti e calze.

Lavorazione del legno

Dalla classe prima alla classe terza i bambini utilizzano rami e ramoscelli trovati da loro, combinandoli per creare semplici giocattoli creativi, o disponendoli sul tavolo dedicato alla natura, o realizzando mobili per bambole o gnomi. Possono essere anche introdotti alcuni strumenti di base adatti a bambini di questa età, scelti tra i coltello da intaglio, sega, scalpello, martello, raspa.

Giardinaggio

Questa materia fa parte del piano di studi Waldorf. Nella nostra realtà l’attività di giardinaggio e agricoltura viene svolta fin dal giardino d’infanzia utilizzando spazi interni al giardino della scuola e un terreno concesso dal comune di Cormons in uso alla scuola.

Il giardinaggio conferisce agli allievi una reale comprensione della natura e fa in modo che acquisiscano esperienze attraverso un’attività pratica. Lavorando e facendo osservazioni nel corso di diversi anni e facendo regolarmente rapporto di ciò che vedono ed imparano, essi gettano le fondamenta della loro futura capacità di giudizio e di responsabilità nei confronti dell’ambiente.

Il primo contatto, strutturato e formale, con la terra si ha in classe terza, dopo il racconto della creazione, quando i bambini apprendono come l’uomo divenne attivo sulla terra.

Si presentano i principali mestieri dell’uomo e si lasciano compiere agli allievi i più importanti lavori del contadino: arare, seminare, zappare e mietere. Dopo la trebbiatura si macina il grano e con la farina ottenuta si impasta il pane. Questa esperienza è fondamentale per i bambini, poiché così possono sentire l’adattarsi dell’uomo ai ritmi della natura.

L’occasione di prendersi cura di un pezzetto di terra per alcuni anni, migliorandone la qualità ed imparando a fare ed utilizzare il composto, oppure la coltivazione di giovani piante e la cura delle aiuole dell’orto, raccogliendo i frutti del loro lavoro, pone le basi per un pratico senso di responsabilità.

  1. PIANO DI STUDI

PRIMA CLASSE2: La fase di passaggio fra scuola d’infanzia e scuola primaria.

In questa fase il bambino non si sente legato solo all’ambiente umano che lo circonda, ma anche all’ambiente naturale.

Ora il suo sguardo è maggiormente rivolto al mondo esterno e il nuovo rapporto con l’ambiente passa attraverso la mediazione del maestro, il quale rappresenta per lui un’autorità naturale. Solo adesso ha inizio l’insegnamento formale.

Non è tuttavia ancora presente nel bambino una chiara distinzione “Io-Mondo” e l’insegnante dovrà, tenendo conto di questo, attendere un tempo sufficiente affinché gli alunni imparino attraverso l’esperienza.

I bambini sono condotti dagli insegnanti ad una prima esperienza delle forme e dei suoni delle lettere dell’alfabeto e dei simboli numerici, attraverso disegni, immagini , ritmi e storie.

Durante questo primo anno acquisiscono il giusto atteggiamento, adeguandosi alle rette abitudini e al ritmico e proficuo lavoro della classe. Tale atteggiamento sarà la base per lo sviluppo della socialità nel percorso successivo. Gli insegnanti tendono a condurre i bambini a formare un gruppo coeso, che mostra interesse per gli altri e sa ascoltare.

Occorre infine tenere presente che ogni materia contiene, nella propria essenza, obiettivi trasversali, per cui tutto l’insegnamento è da considerarsi in forma olistica, nel senso che ogni disciplina riceve nutrimento dalle altre, per tendere ad una visione globale del mondo.

Lingua italiana

Scrittura e lettura

La scrittura si sviluppa partendo dal disegno pittorico; dapprima infatti il bambino non ha rapporto con il segno astratto dei caratteri grafici delle lettere (anche nella storia si può notare come l’umanità abbia sviluppato l’alfabeto da una scrittura ideografica). Tramite racconti si caratterizzano, da un lato, i sentimenti che si esprimono nelle vocali (per esempio nella A la meraviglia, nella U la paura, …), dall’altro, le consonanti come immagini degli oggetti del mondo esterno (per esempio M di monte, la F di falce ecc.). Dal disegno di tali immagini viene poi ricavata la relativa lettera. Si procede con un ritmo di tre giorni: primo giorno racconto; secondo giorno disegno guidato; terzo giorno lettera. La mano, scrivendo, deve eseguire qualcosa che l’occhio ha prima guardato con compiacimento e l’occhio deve guidare la penna con amore. Allora la scrittura sarà bella e caratteristica. Vengono utilizzati quaderni bianchi senza righe.

Per quanto concerne la lettura, il materiale narrativo per la prima classe verrà scelto tra le fiabe classiche. Tutto acquista efficacia se proviene direttamente dall’attività creativa dell’insegnante e viene espresso in un linguaggio chiaro, ricco di immagini, colorito e ravvivato in modo vario a seconda dei temperamenti dei bambini. Nella scelta delle poesie, si tiene conto, oltre che della forma artistica, della melodia, del ritmo e della metrica. Prima di impegnare il bambino nell’ortografia, si acuisce la sua sensibilità per la lingua parlata, per le diverse lunghezze dei suoni attraverso il canto e la recitazione.

Obiettivi:

Lingue straniere (sloveno – inglese)

Attraverso la lingua straniera i bambini sperimentano un modo nuovo e diverso di avvicinarsi al mondo. Questo è uno dei requisiti più importanti per sviluppare una vivace capacità di formare concetti e anche di raggiungere una visione più ampia e universale del mondo in quanto amplia l’orientamento unilaterale impresso dalla lingua madre.

Nel primo anno di scuola ci si attiene solo alla lingua parlata, servendosi di canzoni, giochi, filastrocche, poesie che formino l’orecchio per il ritmo, la melodia e il suono della lingua straniera.

Si possono avviare delle semplicissime e brevi conversazioni.

Obiettivi:

Storia

Attraverso racconti e fiabe vengono messi in risalto i rapporti di successione tra i vari eventi. Vengono proposte esperienze collegate ai ritmi del mondo naturale e in particolare con le stagioni (feste dell’anno, ecc.).

Obiettivi:

Geografia

Cose note quali piante, animali, pietre, monti, fiumi, prati verranno presentate al bambino in forma artistico-immaginativa come preparazione ad un approccio scientifico.

Attraverso semplici passeggiate e uscite didattiche i bambini percepiscono l’ambiente naturale circostante.

Si scelgono sia i racconti che le poesie da recitare insieme in modo da far cogliere il ritmico susseguirsi delle stagioni ed arricchire il loro linguaggio in senso geografico.

Obiettivi:

Riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio vissuto rispetto a diversi punti di riferimento (concetti di prima, poi, mentre, sopra, sotto, davanti, dietro, vicino, lontano, ecc.).

Risvegliare l’interesse per l’ambiente, scoprirne gli elementi caratterizzanti e collegarli tra loro con semplici relazioni.

Matematica e Scienze

Calcolo

Il bambino, prima di cogliere i particolari, coglie l’intero. Si inizia, quindi, con le quattro operazioni, passando dall’intero alle parti (nell’addizione si parte dal totale, nella moltiplicazione dal prodotto, ecc. ). Semplici racconti preparati dall’insegnante, disegni, movimento ritmico, corsa, salto, battito delle mani, faciliteranno la presa di contatto con i numeri e con il calcolo. Vengono utilizzati quaderni bianchi senza righe, per favorire l’organizzazione e l’esperienza dello spazio. Viene praticato intensamente il calcolo orale.

Obiettivi:

Arte e immagine

Pittura, Disegno e Modellaggio

Il senso del colore si sviluppa sperimentando il colore puro nei suoi accordi e contrasti e considerando come le varie forme scaturiscano dal colore (metodo goetheanistico). All’inizio quindi le linee vengono conosciute come incontro di superfici di colore. Il disegno evolve perciò da un lato alla pittura, dall’altro all’esperienza stessa del movimento. La linea retta e la linea curva vengono dapprima sperimentate dall’alunno camminando o tracciandone plasticamente la forma con la mano nell’aria. Quando viene coltivato il senso interiore della forma, diventerà più facile tracciare i profili esteriori degli oggetti per rappresentare la realtà. La copiatura degli oggetti quindi viene a tutta prima evitata. Viene altresì curata l’abilità plastica del bambino attraverso il modellaggio della cera vergine d’api.

Obiettivi:

Lavoro manuale

I bambini di entrambi i sessi imparano a lavorare a maglia con i due ferri. Realizzano inoltre semplici lavori di cucito, ricamo e telaio.

Obiettivi:

Musica

Si esercita l’orecchio mediante semplici melodie ritmiche. Alternando l’ascolto attivo con l’interpretazione canora e strumentale, il bambino riesce ad apprendere piccoli brani musicali adatti alla sua età.

Vengono proposte semplici melodie e tutti i bambini in gruppo suonano il flauto dolce pentatonico.

Grande importanza viene data al canto con accompagnamento di strumenti in uso nella scuola; si cerca di avvicinare il bambino contemporaneamente alla musica vocale e a quella strumentale.

Obiettivi:

Euritmia

L’euritmia viene curata all’unisono con l’elemento musicale. Il bambino percorre delle forme geometriche o libere seguendo i motivi musicali; in questo è fondamentale che mediante il movimento dell’intero corpo e la relativa sensazione, egli impari a conoscere la differenza tra la linea curva e la retta. Si iniziano i movimenti euritmici relativi alle vocali e alle consonanti, ma solo attraverso l’imitazione. Ci si serve di poesie, filastrocche, o brevi fiabe in cui è presente l’elemento ritmico, che si evidenzia alternando passi lunghi e brevi accompagnati dal corrispondente movimento delle braccia.

Obiettivi: Sviluppo della capacità di ascolto e armonizzazione del movimento.

Attività motorie e sportive

Le attività motorie vengono esercitate ogni giorno sia in classe nella prima parte della mattina (parte ritmica), che all’aria aperta, anche attraverso giochi tradizionali.

I movimenti proposti rappresentano un momento di transizione ad esercizi ginnici più formali che saranno proposti negli anni successivi.

Obiettivi:

SECONDA CLASSE

In questo periodo inizia una fase in cui vengono sviluppate e approfondite nuove conoscenze e abilità.

Mentre nel primo anno di scuola molta energia viene impiegata per formare un gruppo classe socialmente coeso in cui ogni bambino è sostenuto dalla totalità degli alunni, ora emerge una prima tendenza al contrasto e alla polarizzazione che si manifesta nel modo in cui i bambini si rapportano fra loro. Per orientarli a superare questo stadio, vengono loro proposte storie di santi, leggende e favole di animali a sfondo morale.

Lingua italiana

Si passa dalla scrittura delle grandi lettere dello stampatello maiuscolo all’apprendimento dello stampato minuscolo e alle prime base per la scrittura in corsivo. Per la scrittura si fa ancora uso di cere e matite colorate.

Nella scelta dei testi si passa dalla fiaba alla favola e ai racconti di animali. Il bambino è ancora così legato al suo ambiente che acquisisce meglio la conoscenza degli animali se essi si comportano come esseri umani, come appunto avviene nelle favole. Nella leggenda si cerca di armonizzare quanto il bambino ha vissuto nella sua conoscenza degli animali, descrivendo anche le imprese di uomini alla ricerca della perfezione per esempio leggenda di santi come S. Francesco. La leggenda è perciò il necessario completamento della favola e del racconto degli animali. Sarà compito dell’insegnante sollecitare il bambino a descrivere ciò che ha appreso sugli animali, sul bosco, ecc., curando in particolar modo l’esposizione orale.

Obiettivi:

Ripetizione orale di argomenti narrati e di esperienze vissute dai bambini.

Memorizzazione di poesie; in particolare la recitazione a memoria della poesia che costituisce la pagella personale (vedi valutazioni).

Primi elementi di grammatica integrati in modo piacevole nella parte ritmica attraverso poesie e filastrocche, al fine di individuare il verbo come parte portante del discorso

Lingue straniere (inglese e sloveno)

L’insegnamento prosegue prevalentemente in forma orale sia coralmente che con l’avvio di brevi conversazioni individuali. L’apprendimento corale di tipo ritmico-musicale, avviene attraverso l’ascolto, la memorizzazione e riproduzione di poesie, canzoni e scioglilingua e attraverso piccole scenette, storie o giochi musicali dai quali estrarre poi gli elementi dialogici da esercitare attivamente anche negli anni successivi.

Si esercitano le prime tre persone dei verbi essere e avere.

Obiettivi:

Ripetizione ed ampliamento del vocabolario appreso l’anno precedente (numeri, colori, famiglia, elementi della natura, ecc)

Esercitazione di piccoli dialoghi avente come contenuto l’interazione in classe.

Introduzione dei verbi attraverso gesti ed esecuzione di comandi.

Storia

Tramite attività di osservazione della natura e delle sue trasformazioni, del ciclo del giorno, la settimana, il mese, delle stagioni dell’anno si approfondiscono gli obiettivi individuati per la prima classe portando l’alunno a riordinare gli eventi in successione logica e temporale.

I racconti di favole e di animali e della vita degli uomini, utilizzati come materiale narrativo, maturano gradualmente nei bambini il senso del tempo.

Geografia

L’osservazione dell’ambiente è parte integrante di ogni lezione, dal momento che si fanno conversazioni, tematizzando ciò che avviene nella natura, quello che si incontra andando a scuola, quello che si scopre durante una gita, ecc. Le cose che i bambini portano a scuola (nidi di uccelli, foglie, castagne matte, frutta, pietre, corna di animali, gusci di lumache, ecc.) possono essere il punto di partenza per parlare del mondo intorno a noi.

Obiettivi:

Si prosegue a far prendere coscienza al bambino del mondo circostante con percezioni più sveglie e differenziate.

Matematica e scienze

In questo periodo la memoria si sviluppa e si rafforza ed è giusto che venga debitamente formata e curata attraverso l’esercizio del calcolo orale senza timore di farla lavorare. Dopo che il bambino ha acquisito il concetto di moltiplicazione, gli si fanno imparare a memoria le tabelline con l’aiuto di movimenti ritmici, battito delle mani, salti, ecc.

Obiettivi:

Rappresentazione dei numeri naturali in base dieci: il valore posizionale delle cifre.

Significato del numero zero e del numero uno e loro comportamento nelle quattro operazioni.

Rafforzamento del calcolo orale.

Acquisire e memorizzare le tabelline.

Arte e immagine

Pittura, Disegno e Modellaggio

Tutto ciò che è stato avviato in prima classe viene portato avanti in modo che il bambino si trovi inserito con sempre maggiore vigore e naturalezza nell’elemento plastico pittorico.

Obiettivi:

Riconoscere e usare elementi del linguaggio visivo: il segno, la linea, il colore.

Produrre disegni facendo interagire personaggi del racconto.

Utilizzare tecniche grafiche e pittoriche, manipolare materiali plastici (cera).

Ripresa delle simmetrie verticali ed introduzione delle simmetrie orizzontali.

Esercizi di disegno dinamico, durante i quali i bambini verranno guidati a far fluire una forma in modo ritmico con fluidità e scioltezza.

Lavoro manuale

Tutto ciò che è stato avviato in prima classe viene portato avanti dando al bambino la possibilità di esercitare attività che richiedono l’uso di strumenti diversi e permettono lo sviluppo della manualità fine.

Si passa all’uso dell’uncinetto per l’esecuzione di piccoli lavori artigianali.

Obiettivi:

Consolidare gli obiettivi del primo anno.

Riconoscere i materiali in base alle caratteristiche di pesantezza/leggerezza, resistenza, fragilità, durezza, elasticità, ecc.

Individuare le funzioni degli strumenti adoperati.

Musica

Si continua lo studio del flauto pentatonico associandolo ad altri strumenti musicali didattici (xilofoni, metallofoni, legnetti, triangoli e altre percussioni).

I brani suonati sono corredati da un testo e quindi viene quotidianamente esercitato anche il canto.

Obiettivi:

Euritmia

Il bambino percorre delle forme geometriche o libere più complesse seguendo i motivi musicali; in questo è fondamentale che mediante il movimento dell’intero corpo e la relativa sensazione, egli impari a conoscere la differenza tra la linea curva e la retta. Si perfezionano i movimenti euritmici relativi alle vocali e alle consonanti. Continua il lavoro con poesie, filastrocche, o brevi fiabe in cui è presente l’elemento ritmico.

Obiettivi: Sviluppo della capacità di ascolto e armonizzazione del movimento.

Attività motorie e sportive

Verranno proposti semplici esercizi nello spazio attraverso l’uso di bacchette e funicelle, l’esecuzione di capovolte semplici, corsa semplice e ritmata con l’uso del tamburello.

Sono anche previsti esercizi di lateralizzazione.

La parte sociale sarà affidata a giochi con e senza palla.

Obiettivi:

TERZA CLASSE

Tenendo conto del fondamentale bisogno di sperimentare, in questa età i bambini vengono aiutati a inserirsi nel mondo: attraverso l’esplorazione del mondo e attività artistiche e pratiche, acquisiscono una vasta gamma di abilità di base ed è importante che sviluppino un forte senso di rispetto e devozione per ciò che apprendono come pure per le persone di cui ammirano le abilità. Oltre ad imparare a sentirsi a casa propria nel mondo, rafforzeranno il loro desiderio di “far bene le cose ed essere bravi”, fatti importanti per alimentare lo stimolo all’acquisizione di un sempre più autonomo metodo di studio e di lavoro.

Lingua italiana

Si dedica una cura particolare alla struttura e articolazione del linguaggio. La sensibilità finora istintiva per i suoni brevi, lunghi o accentuati, deve essere ora sviluppata con consapevolezza. La costruzione della frase è descritta in maniera semplice ed evidente, tenendo presente che la grammatica a questa età deve rappresentare una tacita presa di coscienza di qualche cosa che già è usato istintivamente.

L’ortografia deve essere perfezionata soprattutto attraverso l’attento ascolto. Nella scelta delle poesie si cerca ora di fare sentire, oltre al ritmo e alla melodia, anche la bellezza dell’espressione, poiché la vita interiore del bambino di questa età è divenuta più intensa e più sensibile al bello.

I racconti in questa fase vengono attinti principalmente dall’Antico Testamento che rappresenta l’inizio della storia culturale del mondo.

Obiettivi:

Lingue straniere (inglese/sloveno)

L’insegnamento prosegue ancora prevalentemente in forma orale mirando però alla produzione individuale di brevi domande e risposte, offrendo la possibilità di aumentare il lessico e di affrontare piccole conversazioni e dialoghi. In modo particolare verranno proposte poesie e giochi relativi alle professioni dell’uomo e brevi storie relative all’ambito familiare.

Si comincia a lavorare anche su testi scritti introducendo l’alfabeto e semplici vocaboli.

Obiettivi:

Storia

Si partirà dai racconti dell’Antico Testamento e di volta in volta i bambini dovranno riassumere oralmente gli episodi.

Parallelamente verranno descritte le caratteristiche dell’ambiente circostante nel loro sviluppo storico, leggendo e interpretando le testimonianze del passato; si effettuano uscite didattiche per far sperimentare nell’azione la creatività e l’ingegno dell’uomo. Le esperienze vengono poi elaborate in classe.

Obiettivi:

Geografia

Si parte dall’ambiente più vicino per ampliare e approfondire gradatamente le conoscenze del territorio e delle attività umane come parte integrante dell’ambiente.

Obiettivi:

Matematica

Le quattro operazioni vengono esercitate sulla base di numeri più complessi e applicati a piccoli casi della vita pratica.

Vengono proposte esperienze concrete di misurazione di oggetti e luoghi a partire dalle antiche unità di misura fino a quelle convenzionali attuali.

Obiettivi:

Scienze

Attraverso esperienze pratiche e l’osservazione della natura, si suscita la sensazione che tutto quanto esiste al mondo è legato in una connessione meravigliosa e si risveglia nel bambino un senso di riconoscenza verso ciò che sta al di sopra dell’uomo. In tal modo si prepara il terreno per quanto, negli anni futuri, diverrà oggetto di studio nel campo scientifico e commerciale.

È considerato molto importante che l’insegnante abbia cura di predisporre fin d’ora le basi di ciò che verrà trattato in seguito.

Obiettivi:

Arte e immagine

Pittura, Disegno e Modellaggio

Pitture a tema: i mestieri, il vecchio testamento, gli ambienti. Continua l’educazione alla capacità di sfumare dallo scuro al chiaro, controllare i confini tra un colore e un altro, giungere ai soggetti attraverso l’ambiente creato con il colore.

Approfondimento dell’utilizzo dei colori primari ricavandone i complementari.

Inserimento della creta come materiale di modellaggio.

Negli esercizi di disegno dinamico, i bambini verranno guidati a far fluire una forma in modo ritmico con scioltezza.

Obiettivi:

Lavoro manuale

Realizzazione di un berretto con diverse tecniche (ferri, uncinetto ..) con particolare cura all’accostamento di materiali e colori.

Esecuzione lavori accessori in relazione a festività e ricorrenze.

Obiettivi:

Musica

Alle canzoni comprese nell’intervallo di quinta si aggiungono quelle comprese nell’ottava.

Si inizia la scrittura delle note nella tonalità di Do maggiore. Il canto assume maggior espansione. Dal flauto pentatonico si passa al flauto dolce.

Obiettivi:

Euritmia

Il bambino percorre delle forme geometriche o libere sempre più complesse seguendo i motivi musicali o recitativi, perfezionando il movimento euritmico e la coordinazione fra bambini e gruppi di bambini.

Nell’euritmia musicale vengono esercitati i movimenti corrispondenti alle note do, re, mi, fa, sol, senza però nominarle. Si esegue anche il movimento per l’intervallo di quinta, facendo ascoltare delle melodie che lo contengono. Si iniziano i primi esercizi con le verghe.

Obiettivi:

Attività motorie e sportive

Verranno proposti semplici esercizi nello spazio: arrampicarsi, salto della corda, esercizi di equilibrio, l’esecuzione di capovolte semplici, corsa semplice e ritmata con l’uso del tamburello.

Sono anche previsti esercizi di lateralizzazione e coordinazione dei movimenti.

La parte sociale sarà affidata a giochi con e senza palla.

Obiettivi:

QUARTA CLASSE

In quarta classe avviene una cesura importante nello sviluppo del futuro uomo e si richiede, da parte degli insegnanti ed educatori, la massima attenzione. È l’età in cui per il ragazzo si compie realmente il distacco dall’ambiente in cui finora ha vissuto con naturalezza.

La coscienza di sé aumenta, la vita interiore acquista maggiore profondità e indipendenza, le forze della coscienza si muovono.

Nei bambini emerge un nuovo interesse per gli aspetti materiali e pratici ed è quindi di straordinaria importanza che la loro connessione col mondo sia rinforzata e rinnovata per mezzo di esperienze dirette sostenute dalla comprensione.

In questo periodo inizia lo studio fenomenologico del regno animale messo in relazione con l’essere umano da un punto di vista morfologico.

Lingua italiana

Il linguaggio orale verrà esercitato quotidianamente soprattutto attraverso la recitazione di poesie e il riassunto di racconti ed esperienze.

Per l’esercizio del linguaggio scritto verranno proposti componimenti su esperienze individuali e collettive dei ragazzi, riassunti scritti di racconti ascoltati; è prevista inoltre la compilazione di lettere che verranno realmente inviate a corrispondenti coetanei di altre scuole o ad altri destinatari.

La mitologia nordica e germanica e le imprese degli eroi antichi forniscono il materiale di lettura e di narrativa, spesso arricchito dalla preparazione di rappresentazioni teatrali.

Obiettivi:

Lingue straniere (inglese e tedesco)

Si inizia la grammatica delle lingue straniere in rapporto al grado di maturità raggiunto dai bambini. La grammatica viene esercitata in modo induttivo servendosi di esempi scelti liberamente e facendo studiare a memoria non gli esempi bensì le regole. Si inizia la coniugazione dei verbi.

Dalla poesia, che nei primi tre anni era stata il tema quasi esclusivo delle lezioni di lingua, si passa anche alla prosa.

Obiettivi:

Storia

Il contenuto narrativo delle lezioni presenta le storie degli dei scandinavi (tratti dal mito nordico dell’Edda) in cui i vari personaggi agiscono in un contesto sociale complesso e in cui l’oscurità e il male si presentano concretamente. Gli alunni dovrebbero iniziare a distinguere la “malvagità individuale” in contrasto con il bene comune.

Di volta in volta i bambini dovranno riassumere oralmente e per iscritto nonché illustrare gli episodi.

Continua la descrizione dell’ambiente circostante nel suo sviluppo storico, con particolare collegamento allo studio del Friuli Venezia-Giulia che si effettua in geografia. Il patrimonio tradizionale di leggende e canzoni della regione costituisce parte del materiale didattico.

Obiettivi:

Geografia

L’osservazione dell’ambiente circostante deve sfociare nell’apprendimento della storia e della geografia del Paese in cui il bambino vive. Le caratteristiche del luogo vengono descritte anche nel loro sviluppo storico.

Dallo studio della realtà più vicina al bambino (conoscenza del territorio di residenza) si passa anche a quella che egli non ha sperimentato in modo diretto mediante escursioni, gite, disegni, dipinti, riproduzioni, oggetti e prodotti locali caratteristici, canti, danze folcloristiche, ecc.

Lo studio della regione viene proposto anche avvalendosi del contributo di persone che vengono in classe, esperienze di cucina anche con ingredienti coltivati direttamente, ecc.

Obiettivi

Matematica

Si passa allo studio delle frazioni ordinarie e decimali. Il calcolo comprenderà tutti i numeri interi e decimali.

Verranno eseguiti calcoli mentali e scritti con sufficiente prontezza, facendo uso delle opportune tecniche di calcolo rapido. Gli alunni saranno guidati a sperimentare tutte le possibilità di soluzione di uno stesso problema per saper scegliere la via conforme alla soluzione più rapida.

Obiettivi:

Scienze

I regni della natura, finora considerati con atteggiamento fantasioso e morale, vengono ora studiati e osservati più oggettivamente. L’essere umano viene presentato per primo, in maniera elementare ma nello stesso tempo artistica e riverente. Il regno animale viene osservato dal punto di vista fenomenologico e messo in relazione all’essere umano dal punto di vista morfologico.

Partendo dalle forme si porta l’allievo ad osservare che l’animale specializza un aspetto mentre l’uomo li comprende tutti.

Obiettivi:

Arte e Immagine

Pittura, Disegno e Modellaggio

Da ora in avanti i bambini devono lavorare servendosi della loro fantasia creativa, piuttosto che della forza istintiva di imitazione. Disegnando e modellando hanno appreso a sentire e a vedere le forme pure; ora è il momento di far loro ritrovare tutte queste forme negli oggetti esteriori, di farli copiare, avendone ormai sperimentato interiormente l’essenzialità.

Verranno proposte forme tratte da intrecci longobardi e celtici.

Pittura e modellaggio completano lo studio della zoologia senza dar peso al disegno naturalistico ma privilegiando le atmosfere di colore e plasmando con l’argilla alcuni degli animali studiati.

Obiettivi:

Lavoro manuale

I bambini imparano a cucire con precisione e a conoscere diversi punti eseguendo, ad esempio porta flauto, cinture, cuscini, ecc. in modo da permettere l’esplicarsi delle qualità artistiche oltre che tecniche. La decorazione dell’oggetto dovrà essere in accordo con il suo uso.

Obiettivi:

Musica

Negli anni precedenti la musica era servita per il canto e per coltivare l’orecchio, ora va elaborata in modo che il bambino impari ad assecondare le esigenze della musica come arte. Si cerca di far comprendere semplici concetti teorici mediante esercizi di ritmo, melodia e armonia. Si prosegue con la lettura delle note e si fanno eseguire canti a più voci e canoni.

Obiettivi:

Euritmia

Si accompagna l’insegnamento della lingua italiana con la rappresentazione degli elementi grammaticali (verbi e sostantivi) attraverso forme spaziali, consolidando l’esperienza globale della lingua.

Esecuzione esercitazioni di gruppo intese a coltivare la socialità, sia in cerchio che in posizione frontale.

Si lavorano testi poetici e brani tratti dalla mitologia nordica.

In euritmia musicale si presenta battuta, ritmo, melodia con introduzione dell’elemento maggiore e minore.

Obiettivi:

Attività motorie e sportive

Verranno presentati esercizi atti al miglioramento delle capacità psico-motorie degli alunni, in particolare esercizi a corpo libero e di acrobatica, capriole, rotolamenti, percorsi a staffette, giochi vari.

Per migliorare la socialità sono previsti giochi didattici con l’utilizzo della palla.

Obiettivi:

QUINTA CLASSE

Ora gli alunni sono più abili nel comprendere problemi e fenomeni in modo realistico e razionale. Nei processi di pensiero l’elemento immaginativo resta ancora un elemento importante, ma la comprensione e la formulazione di concetti cominciano a dipendere sempre meno dalla formazione di immagini individualizzate e sempre più dallo sviluppo di una facoltà di comprensione chiara e “pratica” e di concetti liberi dai sensi (facoltà di astrazione).

I bambini saranno messi in grado di acquisire una coscienza più ampia della interrelazione tra vita e ambiente, in particolare mediante l’approfondimento della botanica.

Lingua italiana

È importante che a questa età si sviluppi la capacità di distinguere la propria opinione da quella altrui; il ragazzo deve essere messo in grado di riferire oralmente e per iscritto cose che egli stesso ha pensato, visto o udito e di riportare anche pareri di altri.

Il linguaggio orale verrà esercitato quotidianamente soprattutto attraverso la recitazione di poesie e il riassunto di racconti ed esperienze.

Per sviluppare l’abitudine alla lettura, all’ascolto e alla recitazione saranno proposti alcuni brani della mitologia classica e dei poemi epici (Iliade e Odissea) che verranno recitati anche mediante l’ausilio di movimenti ritmici.

Per l’esercizio del linguaggio scritto verranno proposti componimenti su esperienze individuali e collettive dei ragazzi, riassunti scritti di testi letti o di racconti ascoltati e il programma prevede inoltre la compilazione di lettere commerciali.

In quanto alla grammatica si spiegherà con chiarezza il significato dei tempi dei verbi e delle coniugazioni, per poi evidenziare la differenza tra forma passiva e attiva del verbo, tra discorso diretto e indiretto.

Obiettivi:

Lingue straniere (inglese e tedesco)

Obiettivi:

Storia

La prima vera visione storica viene data attraverso uno studio della storia e della cultura dei popoli orientali e dei greci. Prima d’ora si era trattato più di singole storie, di biografie di personaggi importanti e cosi via; ora si cerca di rendere evidente e comprensibile l’essenza particolare delle singole epoche di cultura, indicando sintomi storici caratteristici. L’esposizione deve avere carattere artistico e volgersi alla sensibilità del ragazzo. Per esempio, si fanno dipingere al ragazzo la piramide egizia e il tempio greco, si declamano insieme alcuni canti del mondo greco. Tutto questo viene portato anche nell’arte del movimento (euritmia) per fare in modo che i ragazzi sperimentino con tutto il loro essere ciò che altrimenti verrebbe vissuto in forma solamente concettuale.

Obiettivi:

Geografia

Dallo studio della realtà più vicina al bambino si passa a quella che egli non ha sperimentato in modo diretto, fino a giungere alla conoscenza di città e regioni del resto d’Italia, mediante escursioni, gite, disegni, dipinti, riproduzioni, oggetti e prodotti locali caratteristici, canti regionali, danze folcloristiche, piatti tradizionali, ecc.

Lo studio delle regioni viene proposto cercando di far sentire al bambino le diversità anche notevoli che vi sono fra gli ambienti e le genti delle diverse regioni, avvalendosi anche dell’esperienza viva di persone che vengono in classe a caratterizzarle.

Obiettivi:

Matematica

Obiettivi:

Scienze

Dall’essere umano e dall’animale si passa alla pianta come essere vivente, in rapporto alla terra considerata come organismo vitale. È solo a questa età che il bambino, educato in modo sano, sente fortemente il bisogno di cercare rapporti di causalità. È un’esigenza che può venire soddisfatta nel modo migliore, se egli potrà osservare le varie forme vegetali e studiare le loro trasformazione a seconda delle condizioni del terreno, del clima, ecc.

Obiettivi:

Arte e immagine

Pittura

Con la pittura in quinta classe si può lavorare molto bene con le tematiche trattate in epoca, per esempio durante la botanica: si tratta di permettere ai colori della natura di trovare la loro forma: atmosfere con piante, partendo al blu e dal giallo. La pittura si svolge su fondo bagnato. Si possono creare delle belle ed artistiche cartine geografiche. Si possono prendere immagini dalla mitologia.

Disegno

Si lavora sul mondo vegetale utilizzando la forma vivente della lemniscata; metamorfosi del mondo animale: esempio Pulcino, gallina, gallo.

Dal movimento alla forma, ad esempio come il movimento dell’acqua dia vita alla forma dei pesci.

Gruppi di animali per curare il gusto e il senso per la composizione.

Atteggiamenti di animali. In piedi, accovacciati, seduti.

Modellaggio

Dalla forma ovale, metamorfosi di semi, frutti, ecc.

Studio della figura umana, retta o seduta.

Gruppi di figure

Figure avvolte in mantelli, non definite.

Nessun esercizio ha lo scopo di imitare la natura.

Lavorazione del legno

Con il legno ci si abitua ad una manualità più fine. Si possono creare semplici giochi. Viene insegnato l’uso del coltello da intaglio. Si crea un rapporto vivente ed un profondo rispetto per il materiale che viene usato.

È auspicabile che i bambini vedano o quantomeno conoscano il processo che serve a fornire il materiale del laboratorio. Nel caso del legno, bosco, albero, taglio ecc.

In genere gli esercizi nelle varie discipline artistiche possono nascere prendendo spunto dalle varie tematiche svolte in epoca. Questo vale per tutte le classi.

Lavoro manuale

Obiettivi:

Sviluppo delle capacità di osservazione e analisi per imparare a progettare e a costruire oggetti anche mediante l’acquisizione di tecniche specifiche.

In collegamento con lo studio della storia,verranno confezionate dagli alunni delle tuniche con decorazioni greche, da indossare in occasione dei giochi olimpici fra le scuole steineriane e statali. Con il legno verranno eseguiti scudi, lance e spade del periodo greco.

Musica

Si fa sperimentare l’intervallo di terza maggiore e minore. Negli anni precedenti la musica era servita per il canto e per coltivare l’orecchio, ora va elaborata in modo che il bambino impari ad assecondare le esigenze della musica come arte. Si cerca di far comprendere semplici concetti teorici mediante esercizi di ritmo, melodia e armonia. Si fanno conoscere attraverso l’ascolto pezzi musicali di pregio particolare. Si prosegue con la lettura delle note e si fanno eseguire canti a più voci e canoni.

Obiettivi:

Euritmia

In collegamento alle epoche di storia si affronteranno brani e testi relativi alle antiche culture e civiltà, soprattutto quella greca.

Euritmia musicale: battuta, ritmo, melodia, note e alcune tonalità maggiori.

Esercizi con le verghe di rame.

Obiettivi:

Attività motorie e sportive

Verranno presentati esercizi atti al miglioramento delle capacità psico-motorie degli alunni.

È previsto l’uso di materassini adeguati per l’esecuzione della capovolta semplice in avanti, la cavallina e la pedana elastica, il trampolino elastico.

Obiettivi:

  1. LABORATORI E PROGETTI SPECIALI

Progetto pluriclasse: al fine di sviluppare l’apprendimento sociale dei bambini, la I,II e III classe e la IV e la V classe, lavoreranno unite in due gruppi, per parte dell’orario scolastico.

Attività agricole: annualmente con il patrocinio ed il finanziamento della Confederazione Italiana Agricoltori di Gorizia viene ideato e realizzato un progetto inerente attività legate all’agricoltura o all’apicoltura.

Olimpiadi greche: annualmente, presso una scuola Steiner-Waldorf italiana, vengono allestite le Olimpiadi alle quali partecipano gli allievi di tante scuole Steiner-Waldorf italiane. La manifestazione si svolge in due giornate e non ha nessuna connotazione competitiva; non si tratta di una gara ma di un’opportunità, per i ragazzi, di vivere attraverso le cinque discipline dei Giochi dell’antica Grecia, una sana e corretta relazione con le forze dello spazio in cui viviamo e con gli altri esseri umani. I ragazzi delle classi vengono divisi tra le varie ‘polis’, ciascuna delle quali è coordinata da un’insegnante. Qui i ragazzi incontrano coetanei non conosciuti con i quali condividono le fatiche e le gioie della manifestazione.

Ad ogni ragazzo viene richiesta una buona dose di autonomia: deve organizzarsi per il pernottamento fuori casa, condividere i pasti e i luoghi comuni, rispettando turni e orari; inoltre deve relazionarsi con i nuovi compagni e far riferimento non ai propri insegnanti, ma ad adulti fino a quel momento estranei.

Attività didattiche finanziate dalla Regione Friuli Venezia Giulia: annualmente la Cooperativa Educare Waldorf FVG partecipa ai bandi indetti dalla Regione FVG per il finanziamento di attività didattiche nelle scuole.

  1. ORARIO DI FUNZIONAMENTO

L’orario della scuola è dal lunedì al venerdì,dalle 8.00 alle 14.45, per un monte ore settimanale di 30 ore + 3 ore e 45 minuti di potenziamento curriculare obbligatorio.

L’orario della segreteria è lunedì, martedì, giovedì, venerdì, dalle 8.00 alle 15.00. Mercoledì chiusura settimanale.

  1. Attività extracurriculari facoltative

La scuola gestisce come potenziamento extracurricolare facoltativo, in convenzione con la scuola di musica Musica mia di Remazacco (Udine), percorsi dedicati allo studio individuale di uno strumento musicale. Tali percorsi sono aperti ai bambini dai 9 agli 11 anni iscritti e non iscritti alla nostra scuola.

  1. Attività educative e ricreative durante la sospensione delle attività didattiche

Durante il periodo estivo, la scuola gestisce il centro estivo Artestate, aperto a bambini dai 4 ai 10 anni, iscritti e non iscritti alla nostra scuola. Artestate vuole essere non solo un aiuto alle famiglie che per esigenze lavorative durante il periodo estivo si trovano in difficoltà, ma anche un’offerta a tutto il territorio delle attività peculiari della pedagogia Steiner-Waldorf.

  1. REGOLAMENTO INTERNO

Quando gli alunni vengono a scuola hanno la possibilità di sperimentare anche molti aspetti della vita sociale quindi, per favorire il dialogo, la collaborazione, il confronto, l’apertura agli altri, il rispetto reciproco e degli ambienti, è opportuno che tutti si adeguino a norme comportamentali comuni.

1 Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, nacque in Austria nel 1861. Frequentò l’Istituto Tecnico a Wiener Neustadt, si trasferì a Vienna dove frequentò l’Università (Matematica, Scienze Naturali, Filosofia e Letteratura). In questo periodo ebbe importanti esperienze pratiche nel campo della pedagogia anche terapeutica, che furono i germi di ciò che negli anni ’20 diventò la pedagogia Steiner-Waldorf. Ancora studente si mise in luce curando gli scritti scientifici di Goethe. Dal 1890 al 1897 collaborò all’Archivio di Goethe e Schiller a Weimar. Dal 1902 ebbe una più intensa attività come scrittore e conferenziere, prima nell’ambito della Società Teosofica e poi di quella Antroposofica, da lui fondata nel 1913. Oltre ad una trentina di opere scritte di carattere filosofico e antroposofico, sono rimasti i testi stenografati di quasi 6000 conferenze sui più diversi rami del sapere (pedagogia, medicina, agricoltura, architettura, arti, ecc.). Morì nel 1925 a Dornach (Svizzera) dove aveva edificato, prima in legno e poi in cemento, il Goetheanum, centro di attività scientifiche e artistiche fondate sull’antroposofia.

2 Nelle prime tre classi la storia, la geografia e le scienze vengono ricomprese senza distinzione negli insegnamenti principali portati dal maestro di classe.